martedì 2 giugno 2015

La Russia di Putin, l'Inter di Ronaldo e il Nuovo Ordine Mondiale




Questo articolo a sfondo geopolitico mi riporta alla mente una circostanza di tanti anni fa, quando ancora ero un tifoso di calcio (per la precisione dell'Inter) e questo era effettivamente uno sport che valeva la pena seguire. Erano i tempi dei veri giocatori, come Ronaldo e Del Piero, e proprio l'incrociarsi della loro storia ci da uno spunto interessante.
Nella stagione 1997-98 con la Juventus in testa e l'Inter a inseguire mi sono ritrovato una sera in una posizione stranissima. Si giocava Juventus-Milan e quella serata, una volta nella vita, ho spudoratamente ed entusiasticamente tifato per i rossoneri, proprio io che ero interista tutto d'un pezzo. Questo perché alla luce della situazione, con la Juventus da raggiungere e il Milan molto alle spalle in posizione inoffensiva, non ci si poteva permettere il romanticismo schizzinoso e occorreva essere estremamente pratici.

Mi è venuto in mente questo episodio ripensando alla situazione geopolitica ed estera attuale perché è facile rivedervi le stesse dinamiche, facendo gli opportuni paragoni, e capire perché a dispetto di ogni giudizio politico – che si fa irrilevante come la rivalità che un tifoso interista può avere per il Milan – una completa prospettiva rivoluzionaria non possa fare a meno di una visione eurasiatista e favorevole a un'amicizia tra Russia ed Europa.

Se guardiamo infatti alla politica interna della Federazione Russa, o meglio ancora di chi attualmente la governa, Vladimir Putin, non possiamo certo ricavarne una forte identità di vedute. Salvo alcuni singoli e apprezzabili punti (il bando sugli ogm, la difesa della tradizione, il dirigismo statale in economia) Putin resta lontano anni-luce da un modello politico antisistema e, se non possiamo dire con certezza che sia "uno dei loro", certamente possiamo affermare che non è "uno dei nostri".

Eppure siamo in un certo senso costretti a sperare che la Russia resti in piedi e che si rafforzi perché al momento non solo ha all'interno dei propri confini quelle risorse che, se in mani sbagliate, consacrerebbero l'ascesa definitiva del Nuovo Ordine Mondiale, ma anche perché è l'unico paese con un potenziale militare, tecnologico e spionistico sufficiente per poter resistere a una guerra scatenata dagli attuali camerieri dell'élite mondiale, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Negli ultimi anni, prendendo a pretesto la guerra che l'Ucraina sta conducendo contro la Repubblica Popolare del Donbass, USA e OTAN hanno riposizionato le proprie truppe sempre più a ridosso dei confini russi, avanzando sino in Lituania e Romania. E' bene ricordare al lettore europeo in generale e italiano in particolare che se le loro terre mancano di sovranità da settant'anni è anche a causa della cospicua presenza di queste forze militari straniere nelle nostre nazioni e i russi sono tra i pochissimi al mondo in grado di sfidarle, almeno in un conflitto che si svolga, ahimé, proprio in un contesto europeo.

L'esistenza della Russia come stato (quasi) sovrano rappresenta obiettivamente un ostacolo all'imposizione del capitalismo globale e sarebbe suicida anteporre a questa considerazione tattica la volontà di veder cadere Putin e la Russia alla luce della loro oggettiva pochezza politica interna.

La conclusione di questo pensiero si rifà ancora a quello strano posticipo domenicale in cui io, interista, mi ritrovai a tifare Milan con tutte le mie forze. Come finì? I rossoneri non riuscirono a fermare la capolista, la Juventus vinse quella partita e a fine anno anche lo scudetto.

A buon intenditor poche parole.

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