giovedì 15 ottobre 2015

La falsità del "Nuovo Ordine Vaccinale"



Potete ingannare tutti per un po'. Potete ingannare qualcuno per sempre.
Ma non potete ingannare tutti per sempre



Nelle ultime settimane i media hanno alzato il tiro sulla presunta recrudescenza di malattie infettive e su gravi complicazioni o addirittura casi di morte provocati dalle stesse.
Lo sfondo su cui si colloca questa battaglia mediatica è abbastanza inquietante e non ci riferiamo qui alla questione vaccinale in particolare ma all'insieme dei pezzi che si muovono sulla scacchiera e che denotano una violenta accelerazione del sistema politico-economico nel processo di liberticidio generale: imposizione dell'ideologia di genere, contrasto di USA-UE alle operazioni anti-Isis della Russia con conseguente sostegno occidentale al terrorismo, trattativa per l'entrata in vigore del TTIP, etc.

La grancassa comunicativa che senza alcun fondamento scientifico sta convincendo la popolazione che il calo di vaccinazioni sia l'equivalente di un attacco con armi batteriologiche con conseguenti morti e mutilati gioca il duplice ruolo da un lato di dirottamento dell'attenzione pubblica dove fa più comodo (dal quadro generale prima accennato al problema specifico scorporato dal resto) e dall'altro di distorsione della singola questione.

Tentare di rincorrere i singoli casi con cui giornali e tv stanno deviando le già appassite coscienze del pubblico sarebbe inutile per cui si vuole qui ricordare che all'oggi, e questo è l'unico dato di fatto, non si riscontrano apprezzabili variazioni nell'incidenza delle malattie infettive e nemmeno i casi riscontrati sono stati ricondotti in alcun modo all'assenza di copertura vaccinale.
In sostanza sinora i media hanno parlato del nulla limitandosi a sottolineare casistiche che da sempre si verificano e lo hanno fatto con una strumentalità che troppo ricorda la volontà di enfatizzare una notizia per aumentarne l'impatto emotivo e le conseguenti reazioni.

Ma questo dato di fatto si collega a un'altra considerazione statistica che affonda le radici molto indietro nel tempo, agli anni in cui le vaccinazioni sono state via via introdotte.
I sostenitori di questa profilassi riportano costantemente dati secondo i quali dopo l'introduzione dei vaccini a partire grosso modo dall'inizio del '900 le più gravi malattie infettive sono andate via via riducendosi evidenziando quindi un rapporto di causa-effetto sulla base della contemporaneità dei due fatti.
E' chiaro che se a riprodurre un ragionamento di questo tipo fossimo stati noi nel giro di cinque minuti ci avrebbero liquidati come complottisti in quanto la contemporaneità tra due accadimenti non dimostra assolutamente una correlazione diretta tra i due a meno di non voler sostenere che in caso di pioggia sia proprio l'acqua piovana a far aprire gli ombrelli.
Le statistiche di cui sopra infatti mancano di un pezzo che viene facilmente alla luce con una ricerca più approfondita e che non a caso è in realtà ben noto proprio a medici e ricercatori del settore, sebbene pochi amino rispolverarlo, ossia l'andamento delle malattie infettive prima dell'introduzione dei vaccini.
I grafici in questione - ampiamente documentati e consultabili facilmente sul libro del dottor Eugenio Serravalle Bambini super vaccinati – mostrano che l'incidenza delle malattia infettive per le quali sono state via via introdotte le vaccinazioni stava già calando prima dei vaccini stessi (parlando ovviamente di paesi sviluppati come quelli europei, gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone). Meglio ancora facendo dei confronti comparati si scopre che tra paesi diversi e con profilassi diverse (vaccinazione introdotta in un primo paese e non introdotta in un secondo) il calo dell'incidenza delle malattie risulta sostanzialmente analogo.
Qualcosa dunque non torna nel ragionamento di chi vorrebbe chiudere la discussione sui vaccini sentenziando che dati alla mano essi avrebbero debellato le malattie infettive.
A voler essere comprensivi si potrebbe dire che i vaccini hanno al più rafforzato una tendenza già in corso ma è anche vero che al contrario in alcuni casi essi hanno invece contribuito a una momentanea recrudescenza acuta della malattia stessa (per esempio diffondendo virus vivi presenti nella composizione del vaccino stesso) poi tornata a stabilizzarsi.

E allora se noi non vogliamo essere complottisti e non vogliamo che lo siano nemmeno i sostenitori del vaccino a tutto spiano occorre ricavare un'altra conclusione da quanto detto sin qui. Dati e andamenti alla mano il calo delle malattie e l'introduzione dei vaccini non sono l'uno l'effetto e l'altro la causa che lo ha determinato ma, più probabilmente, entrambi questi fatti sono effetti contemporanei di una causa terza ossia il progresso economico, tecnico e scientifico che in quegli anni ha toccato in varia misura i paesi in questione.
Questo sviluppo materiale ha infatti permesso a parti crescenti di popolazione di migliorare il proprio tenore di vita, la qualità dell'alimentazione e le condizioni igieniche a partire dal momento del parto ed è questo progresso, fatto di acqua e sapone, biancheria pulita, fogne bianche e fogne nere, che ha veramente sconfitto le malattie infettive. Sempre questo progresso, con le risorse crescenti che ha portato alla medicina e alla ricerca, ha in effetti permesso a ospedali, università e medici in buona fede (in quella fase) di sperimentare e introdurre la pratica vaccinale come profilassi preventiva indipendentemnte dalla loro reale efficiacia.

Oggi questa situazione concettuale non si è spostata di un millimetro e a sostegno di questa tesi possiamo ricordare l'enfasi artificialmente costruita intorno a singoli casi, come il presunto "allarme" da meningogocco b in Toscana quando i casi accertati sono inferiori a quelli dello scorso anno, e soprattutto il totale mancato approfondimento delle singole situazioni personali e sanitarie delle vittime, piccole e grandi, delle malattie infettive riscontrate e delle situazioni di contagio cui sono state relmente esposte.


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