Sino a pochi anni fa
coloro che parlavano di sovranità monetaria erano in pochi, ma avevano
le idee estremamente chiare. Sovrana è quella moneta che, indipendentemente
dall'area geografica di accettazione, viene emessa da un noi pubblico e
collettivo (stato, insieme di stati, regione, comunità locale, etc.) senza contropartita
di debito pubblico in mano agli investitori. Si tratta di una moneta concepita
giuridicamente, prima ancora che economicamente, come unità di misura
dell'economia reale, ossia econometrica.
Negli ultimi tempi
la situazione è parecchio cambiata in quanto, complice la crisi economica
strutturale che attraversa l'occidente capitalista, l'espressione sovranità
monetaria ha fatto breccia nell'immaginario di tanti avventurieri della
dissidenza economica e presso un pubblico poco propenso a documentarsi ma molto
pronto a chinarsi davanti a un tanto desiderato messia delle soluzioni facili.
Questo passggio è
estremamente grave, e probabilmente non casuale, in quanto genera una sterile
disinformazione presso un pubblico che avrebbe invece tanto bisogno di conoscere
come stanno le cose.
Ma ancor di più
tutto questo è quanto di più amorale si possa concepire poiché i pionieri della
vera sovranità monetaria hanno per anni svolto un lavoro difficile e
importantissimo finendo relegati nell'ombra e nella censura. Uno dei massimi
conoscitori e coraggioso studioso del tema è il nostro Giacinto Auriti, un uomo
che per anni è stato letteralmente costretto a mangiare camionate di letame al
solo scopo di aiutare l'Occidente a uscire dalla dittatura usuraia delle banche.
Altri hanno umilmente raccolto il testimone di Auriti ed hanno continuato a
mangiare ingenerose porzioni di letame per far luce sull'argomento restando
sempre ai margini della visibilità mediatica.
Oggi invece coloro
che si lucidano la bocca parlando di sovranità monetaria in televisione
propagandando quella che, vedremo, altro non è che falsità monetaria,
stanno buttando a monte tutto il lavoro svolto per anni nell'ombra e con
difficoltà da chi aveva davvero voluto aiutare i cittadini. Il fatto che questi
parvenu della moneta godano di grande visibilità al solo scopo di fare
danni è motivo di amarezza per chi si è sinceramente battuto nel silenzio.
Coloro che più di
altri hanno recentemente cavalcato l'onda della sovranità monetaria sono stati
senz'altro l'economista Warren Mosler, forse il più celebre promotore della
Modern Money Theory, e il giornalista Paolo Barnard, suo autorevole megafono in
Italia e sul quale, a dispetto del titolo di questo articolo, vorremmo
concentrare il tiro della critica.
Questo personaggio
ha l'imperdonabile colpa di mandare drammaticamente fuori strada decine di
migliaia di persone che diversamente approccierebbero il problema della moneta
sovrana in modo corretto. A questo proposito la sua improvvisa visibilità
mediatica, in primis la costante presenza alla trasmissione televisiva La
Gabbia su La7 (di Tronchetti Provera...) è fin troppo generosa e sospetta e
se a pensar male qualche volta ci si azzecca si direbbe che Barnard sia stato
messo lì a deviare verso il precipizio i tanti buoi ormai scappati dalla stalla
del sistema.
Dopo un promettente
inizio di carriera come giornalista sinceramente dedito a scoprire il marcio
(restano illuminanti molti suoi servizi realizzati all'epoca per la
trasmissione Report, specialmente di critica all'imperialismo
americano), Paolo Barnard è stato nella prassi arruolato tra gli squadristi in
cravatta dei disinformatori. I primi sintomi di un suo riasservimento al potere
li si è notati nella sua difesa della versione ufficiale dell'Undici Settembre,
mentre la confermata diagnosi per sindrome da falsità è arrivata col suo
negazionismo verso il signoraggio bancario[1].
A dispetto di quest
ultimo colpo alle spalle della resistenza (e poi si permette di accusare altri
di lotta a gettoni[2]),
Barnard non nega tuttavia che esista un problema legato alle modalità di
emissione della moneta ed è proprio qui che subentra come disinformatore
promuovendo la gattopardesca MMT.
Non è oggetto di
questo articolo una disamina completa della MMT, quanto piuttosto delle
insesattezze che Paolo Barnard espone con disarmante sicumera, inesattezze che
lui per primo non può non riconoscere come tali. Ed è proprio per questo punto
che ci si permette di accusare Barnard di disinformazione e di asservimento al
potere. Se una persona diffonde informazioni errate senza capirlo le si può
imputare la superficialità o alla peggio la stupidità, non la malafede. Ma
quando qualcuno mente sapendo di mentire (e si ripete, Barnard alla luce delle
mole di informazioni cui ha accesso, sa di mentire) allora lo sta facendo
appositamente e per uno scopo.
Il giornalista
sostiene ad esempio che il debito pubblico così come lo si percepisce non
esista e che esso sia invece uno strumento di tutela ed opportunità del
risparmio dei privati, difendendone quindi la legittimità. Evidentemente nei
suoi anni di studi non è stato spiegato a Barnard che solo il 15% circa del
debito pubblico italiano è detenuto da cittadini comuni, mentre oltre il 40% va
a banche, assicurazioni e fondi di investimento "nazionali" e l'altro
40% circa ad analoghi investitori stranieri[3].
Quando Barnard definisce il debito pubblico un risparmio privato sta dunque
intendendo il risparmio delle banche che avrebbero quindi l'opportunità di
investire i propri soldi su un soggetto - lo Stato - difficilmente insolvente?
E ancora, mentre i
sostenitori della vera sovranità monetaria si battono per l'applicazione
giuridica del debito detestabile, cosa che permetterebbe di non pagarlo
(eccezion fatta per quel 15% di cittadini cui si accennava prima), a Barnard
questa soluzione non passa neanche per la testa. Di nuovo, alla luce della
composizione del debito pubblico italiano, dobbiamo ritenere che Barnard
consideri sacrosanto onorare un debito detenuto per oltre l'80% da banche
private a fini speculativi e come mezzo di pressione per ottenere dai governi
politiche favorevoli? Questo certamente sarebbe coerente col fatto che Barnard
difende il soggetto banca in quanto tale (commerciale e centrale) senza aver
mai concepito un sistema monetario radicalmente diverso in cui la banca come
tipologia di impresa sia assente e sostituita ad esempio da un apposito ente
pubblico responsabile dell'emissione, della raccolta dei depositi e della
corretta circolazione del denaro.
Del resto anche
questa prudente [non]presa di posizione di Barnard è coerente con la sua
rinnovata visione ottimistica delle cose, una visione in cui tutto è come
sembra tanto da permettersi di negare l'esistenza di quei poteri forti che
guarda caso usano proprio le banche come primo strumento di coercizione[4].
Di nuovo, Paolo
Barnard, parlando del debito pubblico come di una protezione dei risparmi
privati, rilancia l'idea della MMT di non mandare in soffitta i Titoli di Stato
attribuendo loro semmai una funzione diversa da quella di finanziamento per le
casse statali.
Per lui queste
obbligazioni dovrebbero essere uno strumento per drenare dalla circolazione il
denaro in eccesso. Ma anche qui Barnard sembra proprio mentire sapendo di farlo
perché se è vero che un'emissione di titoli può in un primo momento drenare
liquidità, è anche vero che alla scadenza questi andranno rimborsati con tanto
di interessi, ragion per cui la liquidità verrà presto o tardi reintegrata
nella circolazione con gli interessi in più, per cui la massa monetaria
risulterà aumentata e non ridotta!
A questo,
risponderebbe probabilmente Barnard, si potrebbe ovviare con una nuova e più
massiccia emissione di titoli. Questa soluzione tuttavia non farebbe che
riproporre all'infinito il problema iniziale e nel frattempo la massa degli
interessi dovuti risulterebbe accresciuta. Un'emissione strutturale e periodica
inoltre porrebbe il problema del reperimento di investitori. Si è visto che
meno del 15% dei titoli attualmente in circolazione è in mano ai privati
cittadini. Cosa fa pensare a Barnard e ai barnardiani che in regime di MMT la
gente comune riuscirebbe a investire in obbligazioni statali quanto serve a non
lasciarne eccedenze invendute? Non possono esserci garanzie. E forse è per
questo che nella MMT non si parla esplicitamente di escludere le banche private
dal novero degli investitori di quei Titoli di Stato che loro vorrebbero
riveduti e corretti nella loro funzione. E forse, di nuovo, è proprio per
questo che Barnard e i barnardiani ritengono lecito onorare i debiti
attualmente contratti dallo Stato con le banche, come detto in precedenza.
Tecnicamente per la
MMT il reperimento delle risorse necessarie a rimborsare i titoli non sarebbe
un problema in quanto lo Stato potrebbe stampare tutto il denaro necessario a
coprire le spese. Ma se la stampa servisse in questo caso a rimborsare
strumenti finanziari concepiti per ridurre la quantità di circolante si
creerebbe un paradosso: l'emissione monetaria servirebbe a finanziare il
drenaggio di moneta in un circolo infinito e insensato.
E ancor di più, se
questi titoli col tempo finissero in mano alle banche in proporzioni crescenti
ci si ritroverebbe nella medesima situazione di oggi. Le banche deterrebbero la
gran parte del debito, lo Stato emetterebbe moneta per rimborsarlo gettando
così in circolazione un'enorme quantità di denaro e si troverebbe quindi di
nuovo con la necessità di drenarlo, ma gli unici soggetti a disporre di cifre
simili sarebbero... nuovamente le banche, le quali disporrebbero quindi di una
rinnovata capacità di manipolare la politica.
Oppure, secondo
Barnard, questa moneta in eccesso potrebbe essere recuperata attraverso la
tassazione, vista sempre dalla MMT come altro strumento di drenaggio del
circolante in eccesso. Ma la MMT non può garantire una pluralità di soggetti
tassabili sino a questi livelli a meno di non voler ultra-tassare proprio
quelle banche che sembrano invece essere una parte importante del sistema
barnardiano. Del resto non solo le banche, ma nessun altro, investirebbe in
obbligazioni statali se sapesse che l'interesse, ma qui viene da pensare
all'intero capitale, sarebbe polverizzato da una tassazione concepita per
regolare la massa monetaria.
E tanti saluti, di
nuovo, all'idea di debito pubblico come garanzia di risparmio privato.
Proseguendo
ricordiamo che Paolo Barnard è un grande sostenitore della presunta sovranità
monetaria degli Stati Uniti e del dollaro. Ma se il dollaro è una valuta
sovrana e il debito federale USA è garanzia di risparmio degli americani, ci
spiega Barnard perché questo debito è in mano soprattutto a investitori stranieri,
addirittura statali[5]?
Paolo Barnard cade
inoltre in un'altra grossa contraddizione laddove arriva ad affermare che
all'oggi è lo Stato a creare moneta[6]
con la spesa pubblica. Ovviamente se Barnard credesse a se stesso nel fare una
simile affermazione non si capirebbe perché allo stesso tempo sostiene che lo
Stato non abbia sovranità monetaria (e in questo, solo in questo, avrebbe
ragione) e perché spacci al contrario la MMT come una necessaria alternativa
sovranista.
Gli otto punti nei
quali si articola la sua critica sono una sequenza di menzogne e inesattezze in
cui Barnard narcisisticamente „smonta“ ciò che i sostenitori della vera
sovranità monetaria in effetti non dicono, e così facendo dimostra anzi egli
stesso di voler avere la paternità esclusiva di idee che invece i signoraggisti
hanno realmente espresso (ma Barnard, mentendo saperndo di farlo, se ne guarda
bene dal dirlo). L'introduzione al primo punto è a tal proposito illuminante:
Il ‘complotto del signoraggio’ afferma che la moneta sovrana non è più
di proprietà degli Stati, ma delle BC che la emettono/stampano. Falso. La moneta sovrana è sempre emessa PRIMA dagli Stati nell’ambito
delle loro attività di SPESA. Lo Stato a moneta sovrana se la inventa dal nulla,
e spende per PRIMO, è cioè l’unico soggetto esistente che ‘monetizza’ per primo
i beni e i servizi acquistandoli con la sua moneta[7]
La fantasia e la
faccia di bronzo non mancano davvero a Barnard che condensa in poche righe enormi
sciocchezze. Il presunto complotto del signoraggio non afferma assolutamente
"che la moneta sovrana non è più di proprietà degli Stati, ma delle
BC". Afferma semmai l'esatto opposto, in quanto la moneta proprio perché
non è più di proprietà degli Stati non è più sovrana ma moneta-debito! E le
monete che hanno caratterizzato la modernità – il dollaro e l'euro oggi, ma
anche la lira o il franco francese ieri, caro Barnard, anche la lira! – sono
sempre state tutte moneta-debito emessa dalle banche centrali o anche
commerciali, a seconda dei passaggi. La risposta che il giornalista si da
guardandosi allo specchio è tragicomica in quanto Barnard si attribuisce un
concetto che in realtà appartiene proprio a quei signoraggisti che vorrebbe
ridicolizzare ossia che "la moneta sovrana è sempre emessa PRIMA dagli
Stati nell’ambito delle loro attività di spesa. Lo Stato a moneta sovrana se la
inventa dal nulla". Semmai, è da aggiungere, è la MMT che non propone una
vera ricetta sovranista in quanto mantiene consapevolmente in piedi una serie
di apparati che consegnano il controllo della moneta di nuovo alle banche.
E così alla via per
i punti successivi.
Sullo sfondo di
critiche sterili come questa Barnard mantiene anche una schizofrenica
manipolazione della realtà. Egli infatti afferma all’inizio del proprio lavoro
che non vi è alcun economista di livello a sostenere la validità delle tesi
signoraggiste. Ora, a parte il fatto che questa è una menzogna bella e buona[8]
reiterata metodicamente dai negazionisti, si potrebbe obiettare a Barnard che
l’obiezione è inconsistente nel momento in cui il primo distinguo tra una vera
moneta sovrana e il surrogato della MMT è la natura giuridica della moneta e
non quella economica. Ma a parte questo il giornalista cade in profondissima
contraddizione quando alla fine del proprio ragionamento conclude dicendo che il
complotto signoraggista gli ricorda tanto le teorie della scuola economica
austriaca di Ludwig Von Mises. Certamente questo paragone è in malafede in
quanto in genere chi si occupa di signoraggio non è certo un turbocapitalista
alla Von Mises, ma soprattutto Barnard contraddice se stesso anche con questa
sua cattiveria poiché se all’inizio del ragionamento aveva affermato di non
riscontrare la validità della tesi presso alcun economista di livello, alla
fine afferma che essa rimanda agli studi austriaci di Von Mises che è invece un
economista di spessore (beninteso, secondo i canoni barnardiani, non certo per
noi)
Paolo Barnard è
quindi da derubricare decisamente tra i camerieri del sistema e il bene che può
aver fatto nel suo lontano lavoro di reporter non lo può assolvere. Se un tempo
aveva criticato il sistema delle guerre, dello sfruttamento, dell'imperialismo,
ora lo sta difendendo con un ardore dieci volte superioriore da uns prospettiva
economica con l'aggravante di minare il lavoro di chi invece proprio attraverso
lo studio della moneta avrebbe voluto infliggere al sistema un colpo decisivo.
Il fatto che si
permetta di criticare altri falsi antisistema come Travaglio o Grillo non lo
mette al riparo da critiche e non permette di concedergli il beneficio del
dubbio sulla buona fede. Che i livelli più bassi del sistema di cannibalizzino
tra loro è un metodo di controllo e confusione collaudato e ben noto, nel
rispetto del cerchio e dell'ellisse di Pavlov[9].
Oggi per chi volesse
raccogliere il pesante testimone della sovranità monetaria deve essere ben
chiara una cosa, ossia che tatticamente queste follie barnardiane devono essere
combattute con la massima priorità ed energia.
Spiegare cosa siano
il signoraggio moderno e la sovranità monetaria a chi è digiuno del discorso si
è rivelato negli anni impresa già abbastanza ostica.
Dover rispiegare la
cosa a chi pensa di averla capita in base ai deliri barnardiani rischia di essere
una discesa all'inferno.
[3]http://www.linkiesta.it/sites/default/files/styles/main_image_article/public/uploads/articolo/immagine-singola/Debito%20pubblico%20italiano.png?itok=zdezfLiI
[5]http://intermarketandmore.finanza.com/la-storia-intrigata-del-debito-pubblico-usa-possessori-investitori-primary-dealers-47863.html
11 commenti:
i link sono tutti errati
rimandano al tuo PC
Benvenuto Corrado.
Non ho ben capito di quali link parli. Se intendi i numerini a margine delle note non devi in effetti clikkarli, si tratta semmai di copincollare manualmente i link della nota nella barra degli URL.
A presto,
Simone
La Modern Money Theory (MMT) è una scuola economica di stampo accademico elaborata e sviluppata in particolare presso la University of Missouri-Kansas City (UMKC) in USA e presso la University of Newcasle in Australia. Questo significa che non esistono "barnardiani" bensì studiosi, economisti e accademici che divulgano una teoria economica che si chiama Modern Money Theory. (Notare che è "THEORY" solo in quanto in economia sono tutte "TEORIE", cioè tradotto dall'economichese all'italiano diremmo "MODELLO" in quanto si tratta anzitutto di un "MODELLO" atto a descrivere il sistema economico.)
Riguardo la MMT e i titoli di Stato: nella parte prescriva della MMT si propone di ELIMINARE LE EMISSIONI DI TITOLI DI STATO.
Ciò è riportato in modo molto chiaro nel programma MMT per l'Italia:
http://memmt.info/site/wp-content/uploads/2013/01/Programma_memmt.pdf
P.20:
Come saranno gestiti i titoli di Stato nell'Interesse Pubblico.
+++++++++++++++++++
I titoli di Stato... sono strumentdi controllo monetario dei tassi d'interesse, secondo un complesso meccanismo. Ma l'emissione di questi titoli è costosa, laboriosa e anacronistica.
Il governo italiano delle nuove Lire, proprio in virtù del fatto che i titoli non gli servono per poter spendere e che sono strumenti farraginosi, deciderà quindi di abolire del tutto questa emissione.
+++++++++++++++++++
Notare che sono anni (se non decenni) che Warren Mosler propone di eliminare le emissioni di titoli di Stato, vedere ad esempio articolo di Warren Mosler su The Huffington Post qui:
http://www.huffingtonpost.com/warren-mosler/proposals-for-the-banking_b_432105.html
Proposal for the Treasury:
+++++++++++++++++++
cease all issuance of Treasury securities. Instead any deficit spending would accumulate as excess reserve balances at the Fed. No public purpose is served by the issuance of Treasury securities with a non convertible currency and floating exchange rate policy. Issuing Treasury securities only serves to support the term structure of interest rates at higher levels than would be the case. And, as longer term rates are the realm of investment, higher term rates only serve to adversely distort the price structure of all goods and services.
+++++++++++++++++++
Il punto è che quando si capisce come la MMT descrive la moneta e l'emissione della moneta, diviene chiaro che non esiste alcuna logica che possa giustificare l'emissione di titoli di Stato. A tal proposito, riporto il retro di copertina del libro di Warren Mosler intitolato "LE SETTE INNOCENTI FRODI CAPITALI DELLA POLITICA ECONOMICA":
http://sphotos-e.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/561698_447832265240144_831124560_n.jpg
+++++++++++++++++++
«Il governo non è affatto tenuto ad emettere titoli di Stato. Essi costituiscono un conto di riserva dello Stato, di fatto un nuovo conto presso la Banca centrale. Ma non c'è alcun motivo per avere titoli di Stato se c'è moneta sovrana "fiat". Si tratta nuovamente di un anacronismo: i titoli di Stato avevano senso con il gold standard, perché servivano ad evitare che la gente incassasse direttamente l'oro. Adesso sono, a tutti gli effetti, non necessari.»—Warren Mosler
disamina eccellente e precisa, bravissimo Simone.
@Francesco il fatto che questa MMT provenga da Università Usa non è mica garanzia di infallibilità.
E' semplicemente economia keynesiana, con dei buoni spunti ma dipende come la si applica, che può semplicemente andare a favorire le banche, un pò come il QE della Fed.
La povertà che in Usa aumenta nonostante le massicce iniezioni di liquidità è purtroppo la conferma che se il sistema è controllato dalle banche i flussi di denaro viene convogliato nelle tasche dei padroni.
Le Università propugnano anche altre teorie economiche come valide, tipo quella di Ricardo piuttosto che quella del rigore, i risultati però sono lì a dimostrare altro.
Che si faccia l'austerity, o si emetta denaro, se chi controlla l'economia e il denaro sono entità private il risultato non cambia. Povertà per il 99% ricchezza per quell'1%.
Mi permetto sommessamente di suggerire che il miglior modo di propagandare bufale (o balle) è quello di contestarle apertamente, soprattutto quando una parola in più, in meno o diversamente intesa porta il discorso nell'ambito del paralogico per non dire del surreale.
Se non si vuole dare spago alle idee propagandate da Barnard, è sufficiente non parlarne direttamente.
Direi poi che c'è un minimo di confusione anche nella tua esposizione ma potrei sbagliarmi, quindi lo dico ancor più sommessamente...
Saluti
Capisco il piglio critico, posso condividere in tutto o in parte certi passaggi, come quello sul signoraggio, riconosco che l’esaltazione della “sovranità monetaria” usa, con la fed, è un po’ sospetta ...
Però non condannerei alla "pena di morte" Barnard. Non sto dicendo che la teoria da lui diffusa è la migliore. Sto solo cercando di guardare un po' più lontano.
Mi spiego brevemente, di seguito, e se la cosa interessa vi pregherei di seguire il mio ragionamento, che è molto semplice.
Stiamo entrando in una fase che definirei "protorivoluzionaria", fase in cui non ci sono ancora le condizioni per il successo di una rivoluzione anticapitalista, ma si affacciano teorie e gruppi politici - con un piede nel sistema - che comunque agiscono contro il mantenimento dello status quo e che sono apertamente ostili al neocapitalismo finanziarizzato. Si tratta di gruppi e teorie "dentro il capitalismo" e non fuori. Non ci sono solo politici, con un piede dentro il sistema e l'altro fuori, ma anche economisti. Solo questi soggetti possono avere qualche concreta speranza di successo - nella fase "protorivoluzionaria" - agendo dall'interno (dentro e non fuori il nuovo capitalismo finanziarizzato), interrompendo i flussi della globalizzazione neoliberista, sfasciando l'unione europoide, ricorrendo al dirigismo statale in economia, alle nazionalizzazioni e al "deficit spending" keynesiano per rendere meno intollerabili le prospettive economico-sociali delle masse. E' necessario che questo storico passaggio si compia, a mio avviso, per accedere alla futura fase, che potrà essere rivoluzionaria.
Non vado oltre, ma spero di essermi spiegato con sufficiente chiarezza.
Cari saluti
Eugenio Orso
http://pauperclass.myblog.it/
@ Barbara
Troppo buona, come sempre.
@ RedPill
Il suggerimento va tenuto certamente in debita considerazione. Anche a livello energetico - sono un inguarbile spirituale - concentrarsi su qualcosa le da forza anche se si ha l'intenzione di combatterla. Questo post deve in effetti essere diretto più ai seguaci della MMT che agli auritiani, consideriamola una sorta di terapia di "riduzione del danno".
A presto!
@ Eugenio
Carissimo, la tua esposizione è come sempre chiarissima e costruttiva. Ricordo che già tempo fa hai esposto molto bene sul tuo blog questa idea. Tuttavia non è detto che economisti e politci con un piede dentro e uno fuori siano da appoggiare solo in virtù della loro posizione, occorre comunque valutarne i contenuti. La soluzione della MMT non risolve i problemi monetari del nostro paese e nemmeno quelli europei. Inoltre, e forse sarebbe questa la critica maggiore, non prospetta un quadro anticapitalista o decrescentista, ma questo è un altro capitolo.
Fisicamente non condanno a morte Barnard ma non lo ritengo quel cavallo di Troia ce potrebbe portare crepe nel sistema.
Ti ringrazio e ti abbraccio,
Simone
@ Francesco
Benvenuto, a te va la risposta più articolata e ti ringrazio per aver commentato con cognizione di causa.
In effetti vi sono anche altre pagine da cui si potrebbe dedurre la contrarietà all'emissione di titoli da parte di Mosler e il movimento MMT italiano.
In realtà vi sono anche fonti equivoche in proposito:
http://www.rivieraoggi.it/2012/03/03/139114/la-mmt-modern-money-theory-spiegata-ad-un-ragazzo-ben-sveglio/
http://www.economonitor.com/lrwray/2011/07/20/raise-the-debt-limit-or-abolish-the-debt/
Inoltre ho personalmente conosciuto persone di un movimento che considera Barnard un autore di riferimento, che pur aderendo al progetto della MMT riconosco la possibilità di ricorrere a questi titoli di stato "2.0" per drenare la moneta eccedente.
E del resto, sottolineo, quando Barnard parla di debito pubblico come garanzia di risparmi privati non vedo a cosa potrebbe riferirsi se non ad obbligazioni.
Comprendo le ragioni per cui non condividi l'idea di una critica specifica su Barnard e i "barnardiani", in realtà come vedi questo giornalista si muove con relativa autonomia e molti vedono il lui un riferimento maggiore dello stesso Mosler.
C'è una cosa che non condivido di ciò che a detto, ossia la definizione del concetto economichese di "teoria". L'economia non è una scienza ma una convenzione in quanto si basa su cose che non esistono ma che costituiscono una semplcie prassi (es, io e te decidiamo che se ti do del denaro deve maturare un interesse, questa è una convenzione non un fatto naturale oggettivamente dimostrabile e infatti potremmo pensare anche a una diversa modalità di scambio del denaro).
Di conseguenza le teorie economiche spesso, più che descrivere gli andamenti, li determinano. E se queste teorie sono sciagurate le conseguenze sono anche peggio.
Grazie, a presto.
CONVEGNO " QUALE FRONTE NAZIONALE PER L' ITALIA "
Il 7 Giugno 2015 a Milano,
presso l' hotel Novotel in Via Mecenate 121
si terrà il convegno "Quale Fronte Nazionale per l' Italia?"
indetto dal F.N.I. Fronte Nazionale per l' Italia.
Interverranno:
il Presidente del Fronte Nazionale per l' Italia Giuseppe Scherma ,
il giornalista, scrittore e politico Magdi Cristiano Allam ,
il Segretario del Fronte Nazionale per l' Italia Lucio Nevi ,
l' economista Filippo Matteucci sulla sovranità politica e monetaria,
il sociologo Fabrizio Fratus ,
il filosofo Francesco Zini ,
il Coordinatore per como del F.N.I. Pierluigi Genduso Arrighi.
Il moderatore sarà Vincenzo Sofo del circolo "Il talebano".
Il convegno avrà inizio alle ore 10.30.
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