lunedì 13 aprile 2015

RusCina, un ripiego rispetto all'EuRussia




RusCina, un ripiego rispetto all'EuRussia


Negli ultimi anni la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese hanno manifestato diverse convergenze. Queste, ad un'attenta analisi, si rivelano da un lato importantissime ma dall'altro di natura tattica, determinate più dalla consapevolezza di avere un Nemico comune – l'asse USA-UK-UE, con quest'ultima in posizione grottescamente subalterna – che dall'autentica aspirazione a creare un fronte di emancipazione e liberazione per l'intero continente eurasiatico.
Gli accordi del 2014 sulla vendita di idrocarburi russi alla Cina, fondamentali per Mosca, hanno però visto i cinesi dettare in gran parte legge per ottenere dei prezzi al ribasso, stante la crescente difficoltà russa a vendere gas e petrolio a un'Europa ansiosa di farsi del male da sola grazie alle sanzioni volute da Stati Uniti e Gran Bretagna. Anche la vendita di armi alla Cina costituisce per Mosca un settore importante ma denota altresì i limiti delle pur ottime armi russe a trovare sbocchi in altri mercati dove il materiale a marchio americano stacca decisamente ogni concorrenza.
In sostanza, lo stato semi-feudale in cui l'Europa (compiacendosi) giace, impone alla Russia una politica strettamente difensiva a occidente per contenere la preponderante avanzata della OTAN il cui balzo verso est, pur distribuito nel tempo e ottenuto con mezzi diversi dalla guerra aperta almeno sino al 2014, deve sembrare a Mosca una sconfitta ben più bruciante dell'avanzata della Wermacht nel 1941. Per contro la Russia cerca di compensare questa perdita di forza in Europa guadagnando punti e rafforzandosi sul fronte asiatico, costruendo con la Cina una collaborazione che però, al momento, non si è ancora concretizzata in alleanza, vuoi per reciproche, storiche competizioni – nessuna delle due potenze approverebbe il dominio esclusivo dell'altra in estremo oriente o Asia centrale –, vuoi per una fondata diffidenza russa che già subisce nella Siberia orientale una forte pressione migratoria cinese e non può permettersi di spianare la strada a una futura invasione di quelle terre da parte di Pechino.
Se, alla fine di un percorso irto di difficoltà, Cina e Russia dovessero comunque pervenire a un'alleanza elaborando (si sta ipotizzando) un'autentica strategia di emancipazione continentale, il fronte che ne deriverebbe, per quanto potente, avrebbe comunque seri limiti nel contrastare il citato asse USA-UK-UE.
Ricordiamo brevemente a questo proposito che la visione geopolitica angloamericana sull'Eurasia considera quest'ultima costituita da un blocco centrale detto Heartland, la Terra-cuore (e coincidente in sostanza con la Russia), circondato dai cinque Grandi Spazi Geopolitici: Europa, Medioriente, subcontinente indiano, Cina ed Estremo Oriente, Sud-est asiatico. La strategia imperialista anglosassone si batte da oltre un secolo affinché non si realizzi alcuna sinergia concreta tra la Terra-cuore e uno dei cinque GSG perché tale saldatura sarebbe il primo tassello di una più vasta coalizione continentale, possibilità da sventare preventivamente per evitare di trovarsi ad affrontare un avversario invincibile.
Russia e Cina unite andrebbero proprio a realizzare questo disegno tanto temuto dagli angloamericani. Esse disporrebbero di un potenziale militare notevole, soprattutto in termini quantitativi, di grandi risorse demografiche, minerarie, energetiche e di un grande apparato produttivo. L'asse USA-UK-UE dovrebbe certamente temere una sinergia tra questi soggetti, capaci prima di tutto di esercitare una grande pressione geopolitica su tutta l'Asia centrale e l'estremo oriente.
E tuttavia delle cinque possibili saldature tra Terra-cuore e GSG di cui si è parlato prima, quella tra Mosca e Pechino, per quanto sia la più probabile al momento, non è quella che più velocemente di altre può scardinare l'ordine mondiale attualmente costituito e in fase di rafforzamento.
Essa deve semmai apparire a chiunque aspiri a un vero sovvertimento degli equilibri mondiali come nulla più che un generoso ripiego rispetto all'unica alleanza che veramente potrebbe mettere in crisi nel breve periodo l'ordine globale, e cioè quella tra Federazione Russa ed Europa. Questo blocco da Lisbona a Vladivostok coniugherebbe meglio che non un patto russo-cinese le reciproche potenzialità. Basti pensare che la somma del Pil nominale dell'Unione Europea (sottraendovi il contributo britannico) con quello russo eguaglierebbe quello anglo-americano, risultato dal quale si sarebbe ben lontani sommando i Pil russo e cinese. Ancora una volta il territorio russo offrirebbe le sue immense risorse minerarie ed energetiche ma lo farebbe a un'Europa che disponde di un apparato industriale complessivamente molto più avanzato tecnologicamente e qualitativamente di quello cinese. Proprio questo funzionale connubio permetterebbe di colmare una forza militare inizialmente inferiore (la Cina è quantitativamente più armata dell'Europa). Le forze armate russe infatti fornirebbero il sostrato fondamentale su cui costruire una sinergia e su questa quantità si innesterebbe col tempo il miglior livello tecnologico e produttivo dell'industria europea per alimentare forze armate assolutamente moderne.
La riuscita di un'alleanza strategica tra Russia ed Europa inoltre avrebbe già intriseco in sè il fondamentale successo dell'espulsione degli anglo-americani dal continente (successo difficile a conseguirsi per le forti pressioni di questi ultimi, ecco perché questo patto è di difficile conseguimento) e, vedendo il diretto avversario indebolito, avrebbe maggiori possibilità di azione diplomatica, geopoltica e militare in tutto il resto del globo a partire dal principale feudo nemico, l'Oceano Atlantico.
Europa e Russia andrebbero infine a realizzare quell'unità da tempo impedita con la forza dalla potenza marittima del momento (l'Impero Britannico prima, quello americano poi) e che ha una sua base logica nella continuità territoriale e infrastrutturale (mentre nulla vi è attualmente di logico nello status europeo di sostanziale sponda orientale del dominio angloamericano nel mondo, per di più nella pericolosa posizione di punta avanzata contro la Russia).
Va da sé che le modalità di questa coalizione continentale sarebbero da definire in modo estremamente severo così da evitare il ripetersi dell'attuale situazione. Se oggi la presunta Unione Europea altro non è che una marionetta nelle mani di Washington, non dovrà diventare domani la marionetta di Mosca, ma esserne semmai la controparte complementare. Sebbene chi scrive sia un europeista molto poco convinto, è chiaro che questo potrà comunque avvenire solo se l'Europa saprà presentarsi di fronte alla Russia come blocco compatto e quindi valorizzarsi come Patria comune per molte nazioni, distinte da secoli di storia e contrasti, ma ora unite nelle intenzioni di una missione comune e superiore, ossia una casa davvero libera, l'esatto opposto dell'attuale prigione di popoli e sovranità che è l'Unione di Bruxelles.
In sintesi, l'Europa non dovrà più essere un soggetto privo di libertà, ma un soggetto che aspira a riconquistarla e diffonderla.

2 commenti:

corrado ha detto...

è pura utopia credere ad una contrapposizione REALE tra USA-Europa e Russia-Cina
Come collaborano ad avvelenare le persone (scie chimiche e non solo, la Cina attualmente p una nazione inquinatissima anche per i "soli" processi industrial) così collaborano alla realizzazione di questa contrapposizione tra blocchi che potrebbe e breve portare ad un conflitto. forse l'escalation di queste ultime settimane serve proprio ad addormentare i cervelli per "prepararli" a non reagire quando arriverà il peggio.
Giacchè al peggio non c'è mai fine, di questi tempi

Simone ha detto...

@ Corrado

Non mi faccio assolutamente illusioni sull'attuale dirigenza russa e infatti mi sono ben guardato dal nominarla.
Questo è un articolo a sfondo geopolitico per cui ho preso in esame quelli che devono essere gli obiettivi geopolitici di una classe dirigente alternativa, rivoluzionaria, e non di quella attuale che, al massimo, può solo riprodurre uno scontro interno tra dominanti.

A presto,

S.