giovedì 27 marzo 2014

Barnard e Mosler, i gemelli della disinformazione



 
Sino a pochi anni fa coloro che parlavano di sovranità monetaria erano in pochi, ma avevano le idee estremamente chiare. Sovrana è quella moneta che, indipendentemente dall'area geografica di accettazione, viene emessa da un noi pubblico e collettivo (stato, insieme di stati, regione, comunità locale, etc.) senza contropartita di debito pubblico in mano agli investitori. Si tratta di una moneta concepita giuridicamente, prima ancora che economicamente, come unità di misura dell'economia reale, ossia econometrica.
 
Negli ultimi tempi la situazione è parecchio cambiata in quanto, complice la crisi economica strutturale che attraversa l'occidente capitalista, l'espressione sovranità monetaria ha fatto breccia nell'immaginario di tanti avventurieri della dissidenza economica e presso un pubblico poco propenso a documentarsi ma molto pronto a chinarsi davanti a un tanto desiderato messia delle soluzioni facili.

 
Questo passggio è estremamente grave, e probabilmente non casuale, in quanto genera una sterile disinformazione presso un pubblico che avrebbe invece tanto bisogno di conoscere come stanno le cose.

Ma ancor di più tutto questo è quanto di più amorale si possa concepire poiché i pionieri della vera sovranità monetaria hanno per anni svolto un lavoro difficile e importantissimo finendo relegati nell'ombra e nella censura. Uno dei massimi conoscitori e coraggioso studioso del tema è il nostro Giacinto Auriti, un uomo che per anni è stato letteralmente costretto a mangiare camionate di letame al solo scopo di aiutare l'Occidente a uscire dalla dittatura usuraia delle banche. Altri hanno umilmente raccolto il testimone di Auriti ed hanno continuato a mangiare ingenerose porzioni di letame per far luce sull'argomento restando sempre ai margini della visibilità mediatica.

Oggi invece coloro che si lucidano la bocca parlando di sovranità monetaria in televisione propagandando quella che, vedremo, altro non è che falsità monetaria, stanno buttando a monte tutto il lavoro svolto per anni nell'ombra e con difficoltà da chi aveva davvero voluto aiutare i cittadini. Il fatto che questi parvenu della moneta godano di grande visibilità al solo scopo di fare danni è motivo di amarezza per chi si è sinceramente battuto nel silenzio.

 

Coloro che più di altri hanno recentemente cavalcato l'onda della sovranità monetaria sono stati senz'altro l'economista Warren Mosler, forse il più celebre promotore della Modern Money Theory, e il giornalista Paolo Barnard, suo autorevole megafono in Italia e sul quale, a dispetto del titolo di questo articolo, vorremmo concentrare il tiro della critica.

Questo personaggio ha l'imperdonabile colpa di mandare drammaticamente fuori strada decine di migliaia di persone che diversamente approccierebbero il problema della moneta sovrana in modo corretto. A questo proposito la sua improvvisa visibilità mediatica, in primis la costante presenza alla trasmissione televisiva La Gabbia su La7 (di Tronchetti Provera...) è fin troppo generosa e sospetta e se a pensar male qualche volta ci si azzecca si direbbe che Barnard sia stato messo lì a deviare verso il precipizio i tanti buoi ormai scappati dalla stalla del sistema.

 
Dopo un promettente inizio di carriera come giornalista sinceramente dedito a scoprire il marcio (restano illuminanti molti suoi servizi realizzati all'epoca per la trasmissione Report, specialmente di critica all'imperialismo americano), Paolo Barnard è stato nella prassi arruolato tra gli squadristi in cravatta dei disinformatori. I primi sintomi di un suo riasservimento al potere li si è notati nella sua difesa della versione ufficiale dell'Undici Settembre, mentre la confermata diagnosi per sindrome da falsità è arrivata col suo negazionismo verso il signoraggio bancario[1].

 
A dispetto di quest ultimo colpo alle spalle della resistenza (e poi si permette di accusare altri di lotta a gettoni[2]), Barnard non nega tuttavia che esista un problema legato alle modalità di emissione della moneta ed è proprio qui che subentra come disinformatore promuovendo la gattopardesca MMT.

Non è oggetto di questo articolo una disamina completa della MMT, quanto piuttosto delle insesattezze che Paolo Barnard espone con disarmante sicumera, inesattezze che lui per primo non può non riconoscere come tali. Ed è proprio per questo punto che ci si permette di accusare Barnard di disinformazione e di asservimento al potere. Se una persona diffonde informazioni errate senza capirlo le si può imputare la superficialità o alla peggio la stupidità, non la malafede. Ma quando qualcuno mente sapendo di mentire (e si ripete, Barnard alla luce delle mole di informazioni cui ha accesso, sa di mentire) allora lo sta facendo appositamente e per uno scopo.


Il giornalista sostiene ad esempio che il debito pubblico così come lo si percepisce non esista e che esso sia invece uno strumento di tutela ed opportunità del risparmio dei privati, difendendone quindi la legittimità. Evidentemente nei suoi anni di studi non è stato spiegato a Barnard che solo il 15% circa del debito pubblico italiano è detenuto da cittadini comuni, mentre oltre il 40% va a banche, assicurazioni e fondi di investimento "nazionali" e l'altro 40% circa ad analoghi investitori stranieri[3]. Quando Barnard definisce il debito pubblico un risparmio privato sta dunque intendendo il risparmio delle banche che avrebbero quindi l'opportunità di investire i propri soldi su un soggetto - lo Stato -  difficilmente insolvente?

E ancora, mentre i sostenitori della vera sovranità monetaria si battono per l'applicazione giuridica del debito detestabile, cosa che permetterebbe di non pagarlo (eccezion fatta per quel 15% di cittadini cui si accennava prima), a Barnard questa soluzione non passa neanche per la testa. Di nuovo, alla luce della composizione del debito pubblico italiano, dobbiamo ritenere che Barnard consideri sacrosanto onorare un debito detenuto per oltre l'80% da banche private a fini speculativi e come mezzo di pressione per ottenere dai governi politiche favorevoli? Questo certamente sarebbe coerente col fatto che Barnard difende il soggetto banca in quanto tale (commerciale e centrale) senza aver mai concepito un sistema monetario radicalmente diverso in cui la banca come tipologia di impresa sia assente e sostituita ad esempio da un apposito ente pubblico responsabile dell'emissione, della raccolta dei depositi e della corretta circolazione del denaro.

Del resto anche questa prudente [non]presa di posizione di Barnard è coerente con la sua rinnovata visione ottimistica delle cose, una visione in cui tutto è come sembra tanto da permettersi di negare l'esistenza di quei poteri forti che guarda caso usano proprio le banche come primo strumento di coercizione[4].
 

Di nuovo, Paolo Barnard, parlando del debito pubblico come di una protezione dei risparmi privati, rilancia l'idea della MMT di non mandare in soffitta i Titoli di Stato attribuendo loro semmai una funzione diversa da quella di finanziamento per le casse statali.

Per lui queste obbligazioni dovrebbero essere uno strumento per drenare dalla circolazione il denaro in eccesso. Ma anche qui Barnard sembra proprio mentire sapendo di farlo perché se è vero che un'emissione di titoli può in un primo momento drenare liquidità, è anche vero che alla scadenza questi andranno rimborsati con tanto di interessi, ragion per cui la liquidità verrà presto o tardi reintegrata nella circolazione con gli interessi in più, per cui la massa monetaria risulterà aumentata e non ridotta!

A questo, risponderebbe probabilmente Barnard, si potrebbe ovviare con una nuova e più massiccia emissione di titoli. Questa soluzione tuttavia non farebbe che riproporre all'infinito il problema iniziale e nel frattempo la massa degli interessi dovuti risulterebbe accresciuta. Un'emissione strutturale e periodica inoltre porrebbe il problema del reperimento di investitori. Si è visto che meno del 15% dei titoli attualmente in circolazione è in mano ai privati cittadini. Cosa fa pensare a Barnard e ai barnardiani che in regime di MMT la gente comune riuscirebbe a investire in obbligazioni statali quanto serve a non lasciarne eccedenze invendute? Non possono esserci garanzie. E forse è per questo che nella MMT non si parla esplicitamente di escludere le banche private dal novero degli investitori di quei Titoli di Stato che loro vorrebbero riveduti e corretti nella loro funzione. E forse, di nuovo, è proprio per questo che Barnard e i barnardiani ritengono lecito onorare i debiti attualmente contratti dallo Stato con le banche, come detto in precedenza.

 
Tecnicamente per la MMT il reperimento delle risorse necessarie a rimborsare i titoli non sarebbe un problema in quanto lo Stato potrebbe stampare tutto il denaro necessario a coprire le spese. Ma se la stampa servisse in questo caso a rimborsare strumenti finanziari concepiti per ridurre la quantità di circolante si creerebbe un paradosso: l'emissione monetaria servirebbe a finanziare il drenaggio di moneta in un circolo infinito e insensato.

E ancor di più, se questi titoli col tempo finissero in mano alle banche in proporzioni crescenti ci si ritroverebbe nella medesima situazione di oggi. Le banche deterrebbero la gran parte del debito, lo Stato emetterebbe moneta per rimborsarlo gettando così in circolazione un'enorme quantità di denaro e si troverebbe quindi di nuovo con la necessità di drenarlo, ma gli unici soggetti a disporre di cifre simili sarebbero... nuovamente le banche, le quali disporrebbero quindi di una rinnovata capacità di manipolare la politica.

Oppure, secondo Barnard, questa moneta in eccesso potrebbe essere recuperata attraverso la tassazione, vista sempre dalla MMT come altro strumento di drenaggio del circolante in eccesso. Ma la MMT non può garantire una pluralità di soggetti tassabili sino a questi livelli a meno di non voler ultra-tassare proprio quelle banche che sembrano invece essere una parte importante del sistema barnardiano. Del resto non solo le banche, ma nessun altro, investirebbe in obbligazioni statali se sapesse che l'interesse, ma qui viene da pensare all'intero capitale, sarebbe polverizzato da una tassazione concepita per regolare la massa monetaria.

 
E tanti saluti, di nuovo, all'idea di debito pubblico come garanzia di risparmio privato.
 

Proseguendo ricordiamo che Paolo Barnard è un grande sostenitore della presunta sovranità monetaria degli Stati Uniti e del dollaro. Ma se il dollaro è una valuta sovrana e il debito federale USA è garanzia di risparmio degli americani, ci spiega Barnard perché questo debito è in mano soprattutto a investitori stranieri, addirittura statali[5]?
 

Paolo Barnard cade inoltre in un'altra grossa contraddizione laddove arriva ad affermare che all'oggi è lo Stato a creare moneta[6] con la spesa pubblica. Ovviamente se Barnard credesse a se stesso nel fare una simile affermazione non si capirebbe perché allo stesso tempo sostiene che lo Stato non abbia sovranità monetaria (e in questo, solo in questo, avrebbe ragione) e perché spacci al contrario la MMT come una necessaria alternativa sovranista.

 
Ma laddove il giornalista getta praticamente la maschera è nel capitolo da lui dedicato alla presunta bufala del signoraggio nel saggio Il più grande crimine. Nel dare le sue controdeduzioni Barnard utilizza un metodo di disinformazione vecchio come il mondo e allo stesso tempo comunissimo al giorno d'oggi, in quanto rappresenta l'ultima freccia all'arco di chi non avrebbe nulla da contestare: attribuire alla controparte ciò che non ha mai detto e criticarla in base a queste falsità.

Gli otto punti nei quali si articola la sua critica sono una sequenza di menzogne e inesattezze in cui Barnard narcisisticamente „smonta“ ciò che i sostenitori della vera sovranità monetaria in effetti non dicono, e così facendo dimostra anzi egli stesso di voler avere la paternità esclusiva di idee che invece i signoraggisti hanno realmente espresso (ma Barnard, mentendo saperndo di farlo, se ne guarda bene dal dirlo). L'introduzione al primo punto è a tal proposito illuminante:

Il ‘complotto del signoraggio’ afferma che la moneta sovrana non è più di proprietà degli Stati, ma delle BC che la emettono/stampano. Falso. La moneta sovrana è sempre emessa PRIMA dagli Stati nell’ambito delle loro attività di SPESA. Lo Stato a moneta sovrana se la inventa dal nulla, e spende per PRIMO, è cioè l’unico soggetto esistente che ‘monetizza’ per primo i beni e i servizi acquistandoli con la sua moneta[7]

 
La fantasia e la faccia di bronzo non mancano davvero a Barnard che condensa in poche righe enormi sciocchezze. Il presunto complotto del signoraggio non afferma assolutamente "che la moneta sovrana non è più di proprietà degli Stati, ma delle BC". Afferma semmai l'esatto opposto, in quanto la moneta proprio perché non è più di proprietà degli Stati non è più sovrana ma moneta-debito! E le monete che hanno caratterizzato la modernità – il dollaro e l'euro oggi, ma anche la lira o il franco francese ieri, caro Barnard, anche la lira! – sono sempre state tutte moneta-debito emessa dalle banche centrali o anche commerciali, a seconda dei passaggi. La risposta che il giornalista si da guardandosi allo specchio è tragicomica in quanto Barnard si attribuisce un concetto che in realtà appartiene proprio a quei signoraggisti che vorrebbe ridicolizzare ossia che "la moneta sovrana è sempre emessa PRIMA dagli Stati nell’ambito delle loro attività di spesa. Lo Stato a moneta sovrana se la inventa dal nulla". Semmai, è da aggiungere, è la MMT che non propone una vera ricetta sovranista in quanto mantiene consapevolmente in piedi una serie di apparati che consegnano il controllo della moneta di nuovo alle banche.

E così alla via per i punti successivi.

 
Sullo sfondo di critiche sterili come questa Barnard mantiene anche una schizofrenica manipolazione della realtà. Egli infatti afferma all’inizio del proprio lavoro che non vi è alcun economista di livello a sostenere la validità delle tesi signoraggiste. Ora, a parte il fatto che questa è una menzogna bella e buona[8] reiterata metodicamente dai negazionisti, si potrebbe obiettare a Barnard che l’obiezione è inconsistente nel momento in cui il primo distinguo tra una vera moneta sovrana e il surrogato della MMT è la natura giuridica della moneta e non quella economica. Ma a parte questo il giornalista cade in profondissima contraddizione quando alla fine del proprio ragionamento conclude dicendo che il complotto signoraggista gli ricorda tanto le teorie della scuola economica austriaca di Ludwig Von Mises. Certamente questo paragone è in malafede in quanto in genere chi si occupa di signoraggio non è certo un turbocapitalista alla Von Mises, ma soprattutto Barnard contraddice se stesso anche con questa sua cattiveria poiché se all’inizio del ragionamento aveva affermato di non riscontrare la validità della tesi presso alcun economista di livello, alla fine afferma che essa rimanda agli studi austriaci di Von Mises che è invece un economista di spessore (beninteso, secondo i canoni barnardiani, non certo per noi)
 

Paolo Barnard è quindi da derubricare decisamente tra i camerieri del sistema e il bene che può aver fatto nel suo lontano lavoro di reporter non lo può assolvere. Se un tempo aveva criticato il sistema delle guerre, dello sfruttamento, dell'imperialismo, ora lo sta difendendo con un ardore dieci volte superioriore da uns prospettiva economica con l'aggravante di minare il lavoro di chi invece proprio attraverso lo studio della moneta avrebbe voluto infliggere al sistema un colpo decisivo.

Il fatto che si permetta di criticare altri falsi antisistema come Travaglio o Grillo non lo mette al riparo da critiche e non permette di concedergli il beneficio del dubbio sulla buona fede. Che i livelli più bassi del sistema di cannibalizzino tra loro è un metodo di controllo e confusione collaudato e ben noto, nel rispetto del cerchio e dell'ellisse di Pavlov[9].

 
Oggi per chi volesse raccogliere il pesante testimone della sovranità monetaria deve essere ben chiara una cosa, ossia che tatticamente queste follie barnardiane devono essere combattute con la massima priorità ed energia.

Spiegare cosa siano il signoraggio moderno e la sovranità monetaria a chi è digiuno del discorso si è rivelato negli anni impresa già abbastanza ostica.

Dover rispiegare la cosa a chi pensa di averla capita in base ai deliri barnardiani rischia di essere una discesa all'inferno.


[1]http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=225
[2]http://lanuovaenergia.blogspot.it/2010/01/carissimo-paolo-barnard.html
[3]http://www.linkiesta.it/sites/default/files/styles/main_image_article/public/uploads/articolo/immagine-singola/Debito%20pubblico%20italiano.png?itok=zdezfLiI
[4]http://www.stampalibera.com/?p=68556#sthash.u0clEyqP.dpbs
[5]http://intermarketandmore.finanza.com/la-storia-intrigata-del-debito-pubblico-usa-possessori-investitori-primary-dealers-47863.html
[8] Maurice Allais, Nino Galloni, Eugenio Benetazzo, Salvatore Tamburro, Sandro Pascucci,…
[9]https://www.youtube.com/watch?v=mVmTY5nz6lg

11 commenti:

corrado ha detto...

i link sono tutti errati
rimandano al tuo PC

Simone ha detto...

Benvenuto Corrado.
Non ho ben capito di quali link parli. Se intendi i numerini a margine delle note non devi in effetti clikkarli, si tratta semmai di copincollare manualmente i link della nota nella barra degli URL.

A presto,

Simone

Fr@ncesco CH ha detto...

La Modern Money Theory (MMT) è una scuola economica di stampo accademico elaborata e sviluppata in particolare presso la University of Missouri-Kansas City (UMKC) in USA e presso la University of Newcasle in Australia. Questo significa che non esistono "barnardiani" bensì studiosi, economisti e accademici che divulgano una teoria economica che si chiama Modern Money Theory. (Notare che è "THEORY" solo in quanto in economia sono tutte "TEORIE", cioè tradotto dall'economichese all'italiano diremmo "MODELLO" in quanto si tratta anzitutto di un "MODELLO" atto a descrivere il sistema economico.)

Riguardo la MMT e i titoli di Stato: nella parte prescriva della MMT si propone di ELIMINARE LE EMISSIONI DI TITOLI DI STATO.

Ciò è riportato in modo molto chiaro nel programma MMT per l'Italia:

http://memmt.info/site/wp-content/uploads/2013/01/Programma_memmt.pdf

P.20:

Come saranno gestiti i titoli di Stato nell'Interesse Pubblico.

+++++++++++++++++++

I titoli di Stato... sono strumentdi controllo monetario dei tassi d'interesse, secondo un complesso meccanismo. Ma l'emissione di questi titoli è costosa, laboriosa e anacronistica.

Il governo italiano delle nuove Lire, proprio in virtù del fatto che i titoli non gli servono per poter spendere e che sono strumenti farraginosi, deciderà quindi di abolire del tutto questa emissione.

+++++++++++++++++++

Notare che sono anni (se non decenni) che Warren Mosler propone di eliminare le emissioni di titoli di Stato, vedere ad esempio articolo di Warren Mosler su The Huffington Post qui:

http://www.huffingtonpost.com/warren-mosler/proposals-for-the-banking_b_432105.html

Proposal for the Treasury:
+++++++++++++++++++
cease all issuance of Treasury securities. Instead any deficit spending would accumulate as excess reserve balances at the Fed. No public purpose is served by the issuance of Treasury securities with a non convertible currency and floating exchange rate policy. Issuing Treasury securities only serves to support the term structure of interest rates at higher levels than would be the case. And, as longer term rates are the realm of investment, higher term rates only serve to adversely distort the price structure of all goods and services.
+++++++++++++++++++

Il punto è che quando si capisce come la MMT descrive la moneta e l'emissione della moneta, diviene chiaro che non esiste alcuna logica che possa giustificare l'emissione di titoli di Stato. A tal proposito, riporto il retro di copertina del libro di Warren Mosler intitolato "LE SETTE INNOCENTI FRODI CAPITALI DELLA POLITICA ECONOMICA":

http://sphotos-e.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/561698_447832265240144_831124560_n.jpg

+++++++++++++++++++
«Il governo non è affatto tenuto ad emettere titoli di Stato. Essi costituiscono un conto di riserva dello Stato, di fatto un nuovo conto presso la Banca centrale. Ma non c'è alcun motivo per avere titoli di Stato se c'è moneta sovrana "fiat". Si tratta nuovamente di un anacronismo: i titoli di Stato avevano senso con il gold standard, perché servivano ad evitare che la gente incassasse direttamente l'oro. Adesso sono, a tutti gli effetti, non necessari.»—Warren Mosler

barbaranotav ha detto...

disamina eccellente e precisa, bravissimo Simone.

@Francesco il fatto che questa MMT provenga da Università Usa non è mica garanzia di infallibilità.
E' semplicemente economia keynesiana, con dei buoni spunti ma dipende come la si applica, che può semplicemente andare a favorire le banche, un pò come il QE della Fed.
La povertà che in Usa aumenta nonostante le massicce iniezioni di liquidità è purtroppo la conferma che se il sistema è controllato dalle banche i flussi di denaro viene convogliato nelle tasche dei padroni.
Le Università propugnano anche altre teorie economiche come valide, tipo quella di Ricardo piuttosto che quella del rigore, i risultati però sono lì a dimostrare altro.
Che si faccia l'austerity, o si emetta denaro, se chi controlla l'economia e il denaro sono entità private il risultato non cambia. Povertà per il 99% ricchezza per quell'1%.

Red Pill ha detto...

Mi permetto sommessamente di suggerire che il miglior modo di propagandare bufale (o balle) è quello di contestarle apertamente, soprattutto quando una parola in più, in meno o diversamente intesa porta il discorso nell'ambito del paralogico per non dire del surreale.
Se non si vuole dare spago alle idee propagandate da Barnard, è sufficiente non parlarne direttamente.
Direi poi che c'è un minimo di confusione anche nella tua esposizione ma potrei sbagliarmi, quindi lo dico ancor più sommessamente...

Saluti

Anonimo ha detto...

Capisco il piglio critico, posso condividere in tutto o in parte certi passaggi, come quello sul signoraggio, riconosco che l’esaltazione della “sovranità monetaria” usa, con la fed, è un po’ sospetta ...

Però non condannerei alla "pena di morte" Barnard. Non sto dicendo che la teoria da lui diffusa è la migliore. Sto solo cercando di guardare un po' più lontano.

Mi spiego brevemente, di seguito, e se la cosa interessa vi pregherei di seguire il mio ragionamento, che è molto semplice.

Stiamo entrando in una fase che definirei "protorivoluzionaria", fase in cui non ci sono ancora le condizioni per il successo di una rivoluzione anticapitalista, ma si affacciano teorie e gruppi politici - con un piede nel sistema - che comunque agiscono contro il mantenimento dello status quo e che sono apertamente ostili al neocapitalismo finanziarizzato. Si tratta di gruppi e teorie "dentro il capitalismo" e non fuori. Non ci sono solo politici, con un piede dentro il sistema e l'altro fuori, ma anche economisti. Solo questi soggetti possono avere qualche concreta speranza di successo - nella fase "protorivoluzionaria" - agendo dall'interno (dentro e non fuori il nuovo capitalismo finanziarizzato), interrompendo i flussi della globalizzazione neoliberista, sfasciando l'unione europoide, ricorrendo al dirigismo statale in economia, alle nazionalizzazioni e al "deficit spending" keynesiano per rendere meno intollerabili le prospettive economico-sociali delle masse. E' necessario che questo storico passaggio si compia, a mio avviso, per accedere alla futura fase, che potrà essere rivoluzionaria.

Non vado oltre, ma spero di essermi spiegato con sufficiente chiarezza.

Cari saluti

Eugenio Orso
http://pauperclass.myblog.it/

Simone ha detto...

@ Barbara

Troppo buona, come sempre.

Simone ha detto...

@ RedPill

Il suggerimento va tenuto certamente in debita considerazione. Anche a livello energetico - sono un inguarbile spirituale - concentrarsi su qualcosa le da forza anche se si ha l'intenzione di combatterla. Questo post deve in effetti essere diretto più ai seguaci della MMT che agli auritiani, consideriamola una sorta di terapia di "riduzione del danno".

A presto!

Simone ha detto...

@ Eugenio

Carissimo, la tua esposizione è come sempre chiarissima e costruttiva. Ricordo che già tempo fa hai esposto molto bene sul tuo blog questa idea. Tuttavia non è detto che economisti e politci con un piede dentro e uno fuori siano da appoggiare solo in virtù della loro posizione, occorre comunque valutarne i contenuti. La soluzione della MMT non risolve i problemi monetari del nostro paese e nemmeno quelli europei. Inoltre, e forse sarebbe questa la critica maggiore, non prospetta un quadro anticapitalista o decrescentista, ma questo è un altro capitolo.

Fisicamente non condanno a morte Barnard ma non lo ritengo quel cavallo di Troia ce potrebbe portare crepe nel sistema.

Ti ringrazio e ti abbraccio,

Simone

Simone ha detto...

@ Francesco

Benvenuto, a te va la risposta più articolata e ti ringrazio per aver commentato con cognizione di causa.

In effetti vi sono anche altre pagine da cui si potrebbe dedurre la contrarietà all'emissione di titoli da parte di Mosler e il movimento MMT italiano.

In realtà vi sono anche fonti equivoche in proposito:

http://www.rivieraoggi.it/2012/03/03/139114/la-mmt-modern-money-theory-spiegata-ad-un-ragazzo-ben-sveglio/

http://www.economonitor.com/lrwray/2011/07/20/raise-the-debt-limit-or-abolish-the-debt/

Inoltre ho personalmente conosciuto persone di un movimento che considera Barnard un autore di riferimento, che pur aderendo al progetto della MMT riconosco la possibilità di ricorrere a questi titoli di stato "2.0" per drenare la moneta eccedente.
E del resto, sottolineo, quando Barnard parla di debito pubblico come garanzia di risparmi privati non vedo a cosa potrebbe riferirsi se non ad obbligazioni.

Comprendo le ragioni per cui non condividi l'idea di una critica specifica su Barnard e i "barnardiani", in realtà come vedi questo giornalista si muove con relativa autonomia e molti vedono il lui un riferimento maggiore dello stesso Mosler.

C'è una cosa che non condivido di ciò che a detto, ossia la definizione del concetto economichese di "teoria". L'economia non è una scienza ma una convenzione in quanto si basa su cose che non esistono ma che costituiscono una semplcie prassi (es, io e te decidiamo che se ti do del denaro deve maturare un interesse, questa è una convenzione non un fatto naturale oggettivamente dimostrabile e infatti potremmo pensare anche a una diversa modalità di scambio del denaro).
Di conseguenza le teorie economiche spesso, più che descrivere gli andamenti, li determinano. E se queste teorie sono sciagurate le conseguenze sono anche peggio.

Grazie, a presto.

Anonimo ha detto...

CONVEGNO " QUALE FRONTE NAZIONALE PER L' ITALIA "
Il 7 Giugno 2015 a Milano,
presso l' hotel Novotel in Via Mecenate 121
si terrà il convegno "Quale Fronte Nazionale per l' Italia?"
indetto dal F.N.I. Fronte Nazionale per l' Italia.
Interverranno:
il Presidente del Fronte Nazionale per l' Italia Giuseppe Scherma ,
il giornalista, scrittore e politico Magdi Cristiano Allam ,
il Segretario del Fronte Nazionale per l' Italia Lucio Nevi ,
l' economista Filippo Matteucci sulla sovranità politica e monetaria,
il sociologo Fabrizio Fratus ,
il filosofo Francesco Zini ,
il Coordinatore per como del F.N.I. Pierluigi Genduso Arrighi.
Il moderatore sarà Vincenzo Sofo del circolo "Il talebano".
Il convegno avrà inizio alle ore 10.30.