lunedì 24 marzo 2014

Quelle privatizzazioni sospette



A conferma del fatto che Matteo Renzi altro non è che un manovrato, il vecchio che avanza con la sola intenzione di attuare l'agenda dei poteri forti, l'esecutivo ha deciso di rilanciare il piano di privatizzazioni già disposto dal governo Letta1.

L'obiettivo di questa vendita dell'argenteria è ufficialmente quello di raggranellare sino a 10 miliardi di €, ma qualcosa non quadra. La vendita di patrimoni pubblici genera infatti allo Stato un'entrata una tantum. Un sostanzioso attivo che sembrerebbe tanto necessario alle casse del nostro Paese ma che manca totalmente l'obiettivo strategico di risanare i conti senza inquinare il tessuto produttivo.
Infatti, vendere aziende pubbliche produttive, che generano profitti, significa rinunciare a introiti sul lungo periodo e risulta in clamorosa contraddizione con la volontà di disfarsi di carrozzoni costosi e inefficienti.
Diversamente, vendere aziende improduttive, i cui bilanci andavano costantemente “dopati” coi denari pubblici per sanare le perdite, genera sospetti ancora più inquietanti. Perché se un privato dovesse acquistare quote di questi presunti baracconi lo farebbe comunque per avere un guadgano. Questo potrebbe significare che la gestione privata sarebbe in grado di riassestare l'impresa pubblica (di questi tempi meglio non chiedersi come...) tanto da renderla produttiva e allora ci si chiede perché non potevano farlo gli azionsti statali. Oppure, idea ancora peggiore, i nuovi investitori privati non contribuirebbero affatto a rimettere in sesto l'azienda pubblica. Semplicemente, a fronte del massiccio investimento iniziale per ripianare il deficit dello Stato, gli “amici degli amici” si vedrebbero sovvenzionati con contributi pubblici negli anni successivi per ripianare quei passivi che continueranno ad accumularsi. E di nuovo, altra emorragia di denaro che creerà deficit strutturale e quindi debito pubblico.

1http://www.lastampa.it/2014/03/23/economia/poste-ferrovie-e-fincantieri-lobiettivo-incassare-miliardi-2MiuYbpX1ZVr1y62qaQr3O/pagina.html

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