venerdì 13 settembre 2013

La notizia che non esiste


La notizia che non esiste

di Simone Boscali

In merito ai fatti siriani di questi giorni sono usciti oggi due articoli in Rete completamente privi di onestà. Tali articoli comprovano quanta poca fiducia si possa riporre in una istituzione quale le Nazioni Unite e quanto scorretti siano almeno due delle nostre testate giornalistiche (in realtà lo sono tutte), La Stampa e il Corriere della Sera.
Gli articoli in questione parlano delle dichiarazioni del segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon contro il presidente della Siria socialista Bashar al Assad. Pare che, non sapendo di essere ascoltato e registrato, Ban abbia sostenuto di essere certo che Assad sarà processato e che le prove contro di lui sull'uso di armi chimiche in Siria saranno schiaccianti. Sulla base di queste dichiarazioni i due articoli, quello de La Stampa (L’Onu: prove schiaccianti sull’uso di gas Assad è un criminale, sarà processato) e del Corriere (Ban Ki-moon: «Assad sarà processato» Gli ispettori: «rapporto completato»), titolano con totale sicurezza contro Assad, nel peggiore (o migliore) stile giornalistico occidentale per indurre già dall'inizio nel pubblico una notizia che in realtà non esiste. E a negare i contenuti di questi titoli altisonanti sono le medesime testate che nel corpo dell'articolo riportano una realtà diversa. Secondo il quotidiano torinese infatti Ban non ha però indicato il regime di Assad o i ribelli tra i responsabili dell’utilizzo di armi non convenzionali nel conflitto siriano mentre il Corriere ridimensiona dicendo Il portavoce dell'Onu Farhan Haq si è però affrettato a smentire il fatto che il segretario generale delle nazioni unite possa già avere in mano il rapporto degli ispettori. Lo stesso Ban Ki-moon ha confermato di non conoscere i contenuti del documento. In sostanza due dei più prestigiosi giornali di casa nostra, nella propria edizione online mettono una “notizia” in vendita con un titolo che induce il lettore a pensare a un determinato accadimento per poi negarlo nel testo successivo.
Non siamo naturalmente di fronte a un caso di schizofrenia collettiva di un'intera redazione bensì a una banale tecnica di comunicazione che vuole il destinatario più impressionato e condizionato da un titolo, ossia dalla prima impressione della notizia, che non da un articolo. Se anche questo fosse del resto completo e corretto, l'immagine iniziale data da un titolo altisonante e maliziosamente sbagliato condizionerà l'intera lettura della notizia. Del resto anche il sottoscritto, nella pur brevissima e modesta esperienza di giornalista locale, si è trovato di fronte a questa situazione vedendo propri articoli pubblicati con titoli discordanti al solo scopo di catturare l'attenzione.

E' obbligo naturalmente fare una precisazione. Qualsiasi lettore dotato di capacità critica e che fosse veramente libero non cadrebbe mai in una simile trappola comunicativa che può funzionare solo su un destinatario già notevolmente indebolito nella sua capacità di comprensione.
E' evidentemente il caso della famigerata opinione pubblica occidentale.

Nella sostanza i due articoli indicati hanno lo scopo di indirizzare il pubblico, con una distorsione delle parole in totale mala fede, a una posizione contraria alla Siria e invece favorevole ai terroristi islamici che tentano di rovesciarne il regime con la violenza. Riprovevole è invece il comportamento del segretario generale dell'ONU Ban il quale, ingenuamente o meno, si è espresso in modo gravissimo su una questione delicata senza ancora avere per le mani gli elementi necessari.
La conclusione più semplice da trarre e che va oltre il mero valore politico di Assad (la cui qualità come uomo di governo non è oggetto di questo discorso) è che una volta di più l'Occidente abbia assoluta necessità di costruirsi una realtà artefatta in assenza di una realtà oggettiva, in pieno stile orwelliano, per raccogliere il consenso necessario a procedere coi propri programmi imperialisti.

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