Non è mai facile e
piacevole scrivere di questioni di genere di questi tempi.
Questo perché,
indipendentemente da ciò che si pensa e che si ritiene giusto tanto
da volerlo condividere con gli altri, vi è al fondo la
consapevolezza di andare spesso a toccare il vissuto di altre
persone, un vissuto fatto a volte di dolore e discriminazione.
Ma se, come detto, si
ritiene giusta la propria opinione, allora questa consapevolezza non
deve frenarci dall'esprimere il proprio pensiero perché a fermarci
in quel caso sarebbe la paura, Phobos, uno dei più
ingannevoli demoni coi quali si debba fare i conti e che proprio
sull'emotività fa leva affinché si trattengano per sé messaggi
giusti.
Ecco perché invito
soprattutto coloro che hanno ahimè sperimentato l'umana cattiveria a
fare il medesimo sforzo e ad accogliere queste parole con amicizia.
La guerra di genere, una
guerra che vuole sviare le persone, uomini e donne, dalle proprie
reali potenzialità interiori attraverso la manipolazione della
sessualità, è in corso e dopo aver massacrato la donna negli scorsi
decenni ha ora spostato la propria aggressione contro i bambini.
Un esempio molto forte
riguarda quello che era stato denominato “Gioco del rispetto”1
nelle scuole materne di Trieste, un allarme che ora sembra rientrato.
Non vogliamo qui prendere
in esame i dettagli della manipolazione prevista nel caso specifico
quanto l'ipocrisia, o meglio, quella che viene percepita come
ipocrisia e che in realtà è malafede pianificata a monte, molto a
monte, nascosta dietro le finalità di questo “gioco”.
Teoricamente lo scopo di
queste attività proposte ai bambini ancora in fase di formazione
della personalità e quindi anche di un aspetto importantissimo quale
la sessualità, vorrebbe essere lo sviluppo del rispetto per le
differenze sessuali o per le propensioni caratteriali che possono
essere assimilate a un sesso piuttosto che a un altro. La malafede
sta però nel fatto che questo genere di rispetto, in effetti poco
curato negli anni passati nei percorsi educativi per bambini e
ragazzi, lo si poteva ottenere in ben altro modo che non spingendo i
più piccoli a sperimentare lo scambio di sesso (perché di questo si
tratta) in fase di sessualità non ancora formata.
Perché, ci chiediamo,
per anni non si è pensato a introdurre una forma di Gioco del
rispetto sessualmente neutro e ora questa necessità viene sentita e
proposta solo legandola specificamente alla questione di genere e
alla sperimentazione dei ruoli del sesso opposto?
Lo scopo reale è quindi
quello di indebolire l'essere umano facendo sì che la sua futura
condizione sessuale, e tutto quello di non sessuale che ne consegue,
sia relativizzato e frutto di una decisione (?) propria o indotta,
sia essa la più consueta eterosessualità che l'omosessualità.
Nessuno avrà più veramente una condizione derivante da una propria
natura o, oseremmo dire, una condizione naturale sic et
simpliciter, ma tutto sarà ricondotto a un debolissimo arbitrio
che renderà la persona ancora più spaesata e slegata rispetto agli
altri indebolendo la già fragile comunità umana.
Una delle domande che
l'uomo da sempre si pone, ossia chi sono? diventerà di ancora
più difficile soluzione se una delle condizioni fondamentali della
persona, l'appartenenza e le preferenze sessuali, cessano di avere
una propria radice diventando puro arbitrio, proprio o manipolato,
esponendo ancor più il singolo a ulteriori e future manipolazioni.
1http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/12/trieste-allasilo-gioco-per-i-media-lezioni-porno/1499660/
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