RusCina, un ripiego
rispetto all'EuRussia
Negli ultimi anni la
Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese hanno manifestato
diverse convergenze. Queste, ad un'attenta analisi, si rivelano da un
lato importantissime ma dall'altro di natura tattica, determinate più
dalla consapevolezza di avere un Nemico comune – l'asse USA-UK-UE,
con quest'ultima in posizione grottescamente subalterna – che
dall'autentica aspirazione a creare un fronte di emancipazione e
liberazione per l'intero continente eurasiatico.
Gli accordi del 2014
sulla vendita di idrocarburi russi alla Cina, fondamentali per Mosca,
hanno però visto i cinesi dettare in gran parte legge per ottenere
dei prezzi al ribasso, stante la crescente difficoltà russa a
vendere gas e petrolio a un'Europa ansiosa di farsi del male da sola
grazie alle sanzioni volute da Stati Uniti e Gran Bretagna. Anche la
vendita di armi alla Cina costituisce per Mosca un settore importante
ma denota altresì i limiti delle pur ottime armi russe a trovare
sbocchi in altri mercati dove il materiale a marchio americano stacca
decisamente ogni concorrenza.
In sostanza, lo stato
semi-feudale in cui l'Europa (compiacendosi) giace, impone alla
Russia una politica strettamente difensiva a occidente per contenere
la preponderante avanzata della OTAN il cui balzo verso est, pur
distribuito nel tempo e ottenuto con mezzi diversi dalla guerra
aperta almeno sino al 2014, deve sembrare a Mosca una sconfitta ben
più bruciante dell'avanzata della Wermacht nel 1941. Per contro la
Russia cerca di compensare questa perdita di forza in Europa
guadagnando punti e rafforzandosi sul fronte asiatico, costruendo con
la Cina una collaborazione che però, al momento, non si è ancora
concretizzata in alleanza, vuoi per reciproche, storiche competizioni
– nessuna delle due potenze approverebbe il dominio esclusivo
dell'altra in estremo oriente o Asia centrale –, vuoi per una
fondata diffidenza russa che già subisce nella Siberia orientale una
forte pressione migratoria cinese e non può permettersi di spianare
la strada a una futura invasione di quelle terre da parte di Pechino.
Se, alla fine di un
percorso irto di difficoltà, Cina e Russia dovessero comunque
pervenire a un'alleanza elaborando (si sta ipotizzando) un'autentica
strategia di emancipazione continentale, il fronte che ne
deriverebbe, per quanto potente, avrebbe comunque seri limiti nel
contrastare il citato asse USA-UK-UE.
Ricordiamo brevemente a
questo proposito che la visione geopolitica angloamericana
sull'Eurasia considera quest'ultima costituita da un blocco centrale
detto Heartland, la Terra-cuore (e coincidente in sostanza con la
Russia), circondato dai cinque Grandi Spazi Geopolitici: Europa,
Medioriente, subcontinente indiano, Cina ed Estremo Oriente, Sud-est
asiatico. La strategia imperialista anglosassone si batte da oltre un
secolo affinché non si realizzi alcuna sinergia concreta tra la
Terra-cuore e uno dei cinque GSG perché tale saldatura sarebbe il
primo tassello di una più vasta coalizione continentale, possibilità
da sventare preventivamente per evitare di trovarsi ad affrontare un
avversario invincibile.
Russia e Cina unite
andrebbero proprio a realizzare questo disegno tanto temuto dagli
angloamericani. Esse disporrebbero di un potenziale militare
notevole, soprattutto in termini quantitativi, di grandi risorse
demografiche, minerarie, energetiche e di un grande apparato
produttivo. L'asse USA-UK-UE dovrebbe certamente temere una sinergia
tra questi soggetti, capaci prima di tutto di esercitare una grande
pressione geopolitica su tutta l'Asia centrale e l'estremo oriente.
E tuttavia delle cinque
possibili saldature tra Terra-cuore e GSG di cui si è parlato prima,
quella tra Mosca e Pechino, per quanto sia la più probabile al
momento, non è quella che più velocemente di altre può scardinare
l'ordine mondiale attualmente costituito e in fase di rafforzamento.
Essa deve semmai apparire
a chiunque aspiri a un vero sovvertimento degli equilibri mondiali
come nulla più che un generoso ripiego rispetto all'unica alleanza
che veramente potrebbe mettere in crisi nel breve periodo l'ordine
globale, e cioè quella tra Federazione Russa ed Europa. Questo
blocco da Lisbona a Vladivostok coniugherebbe meglio che non un patto
russo-cinese le reciproche potenzialità. Basti pensare che la somma
del Pil nominale dell'Unione Europea (sottraendovi il contributo
britannico) con quello russo eguaglierebbe quello anglo-americano,
risultato dal quale si sarebbe ben lontani sommando i Pil russo e
cinese. Ancora una volta il territorio russo offrirebbe le sue
immense risorse minerarie ed energetiche ma lo farebbe a un'Europa
che disponde di un apparato industriale complessivamente molto più
avanzato tecnologicamente e qualitativamente di quello cinese.
Proprio questo funzionale connubio permetterebbe di colmare una forza
militare inizialmente inferiore (la Cina è quantitativamente più
armata dell'Europa). Le forze armate russe infatti fornirebbero il
sostrato fondamentale su cui costruire una sinergia e su questa
quantità si innesterebbe col tempo il miglior livello tecnologico e
produttivo dell'industria europea per alimentare forze armate
assolutamente moderne.
La riuscita di
un'alleanza strategica tra Russia ed Europa inoltre avrebbe già
intriseco in sè il fondamentale successo dell'espulsione degli
anglo-americani dal continente (successo difficile a conseguirsi per
le forti pressioni di questi ultimi, ecco perché questo patto è di
difficile conseguimento) e, vedendo il diretto avversario indebolito,
avrebbe maggiori possibilità di azione diplomatica, geopoltica e
militare in tutto il resto del globo a partire dal principale feudo
nemico, l'Oceano Atlantico.
Europa e Russia
andrebbero infine a realizzare quell'unità da tempo impedita con la
forza dalla potenza marittima del momento (l'Impero Britannico prima,
quello americano poi) e che ha una sua base logica nella continuità
territoriale e infrastrutturale (mentre nulla vi è attualmente di
logico nello status europeo di sostanziale sponda orientale del
dominio angloamericano nel mondo, per di più nella pericolosa
posizione di punta avanzata contro la Russia).
Va da sé che le modalità
di questa coalizione continentale sarebbero da definire in modo
estremamente severo così da evitare il ripetersi dell'attuale
situazione. Se oggi la presunta Unione Europea altro non è che una
marionetta nelle mani di Washington, non dovrà diventare domani la
marionetta di Mosca, ma esserne semmai la controparte complementare.
Sebbene chi scrive sia un europeista molto poco convinto, è chiaro
che questo potrà comunque avvenire solo se l'Europa saprà
presentarsi di fronte alla Russia come blocco compatto e quindi
valorizzarsi come Patria comune per molte nazioni, distinte da secoli
di storia e contrasti, ma ora unite nelle intenzioni di una missione
comune e superiore, ossia una casa davvero libera, l'esatto opposto
dell'attuale prigione di popoli e sovranità che è l'Unione di
Bruxelles.
In sintesi, l'Europa non
dovrà più essere un soggetto privo di libertà, ma un soggetto che
aspira a riconquistarla e diffonderla.
2 commenti:
è pura utopia credere ad una contrapposizione REALE tra USA-Europa e Russia-Cina
Come collaborano ad avvelenare le persone (scie chimiche e non solo, la Cina attualmente p una nazione inquinatissima anche per i "soli" processi industrial) così collaborano alla realizzazione di questa contrapposizione tra blocchi che potrebbe e breve portare ad un conflitto. forse l'escalation di queste ultime settimane serve proprio ad addormentare i cervelli per "prepararli" a non reagire quando arriverà il peggio.
Giacchè al peggio non c'è mai fine, di questi tempi
@ Corrado
Non mi faccio assolutamente illusioni sull'attuale dirigenza russa e infatti mi sono ben guardato dal nominarla.
Questo è un articolo a sfondo geopolitico per cui ho preso in esame quelli che devono essere gli obiettivi geopolitici di una classe dirigente alternativa, rivoluzionaria, e non di quella attuale che, al massimo, può solo riprodurre uno scontro interno tra dominanti.
A presto,
S.
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