Carissimi.
Come in altre occasioni, non voglio limitarmi a fare degli auguri pasquali di rito, voglio invece condividere egualmente con
tutti un pensiero che riguardi i giorni che
arrivano. Ci ho messo parecchio tempo, anche dopo il mio avvicinamento
ai convincimenti interiori di oggi, a capire il perché dell'immagine del
Cristo in croce. Ho sempre pensato che le immagini più rappresentative
di Gesù fossero quelle di un giovane uomo vitale ed energico oppure del
fustigatore del Tempio che con la verga in mano ci libera dai nostri
peggiori ego.
E allora perché quell'icona che si ripete ossessivamente del Gesù in croce e sofferente? Perché risalire sino al Principio deve per noi essere connesso a un'immagine di sacrificio e non di goliardia e vitalità? Alla fine, forse, ci sono arrivato.
Una vera Spiritualità, sotto qualunque bandiera la si voglia vivere (cristianesimo, islam, paganesimo cristico, olimpico, etc) è, tra le altre cose, un metter da parte la propria volontà, i propri capricci individualisti per servire qualcosa di superiore, anche contro i desiderata immediati che ci pone lo Sfidante che portiamo dentro. E' per questo che Gesù nella sua predicazione insiste nell'invitare a liberarsi da questi ego, da queste volontà individualistiche, e spesso lo fa con linguaggi e gesti simbolici non sempre facili da capire: farsi poveri in spirito, cacciare i mercanti dal nostro tempio, servire per esser grandi.
Nel suo caso di vita esemplare e paradigmatica di uomo che incarnava gli insegnamenti stessi di Dio, questo annullamento dell'Io a favore di un Noi supremo poteva incarnarsi solo nel momento della morte in croce, ossia della massima rinuncia a se stesso a favore degli altri. Seguire questi insegnamenti significa necessariamente prendersi sulle spalle un pezzetto di questa croce... che si fa sempre più leggera quanto più è condivisa!
Un abbraccio a tutti nella speranza che si realizzi presto il mio ultimo augurio.
Buona Santa Pasqua
E allora perché quell'icona che si ripete ossessivamente del Gesù in croce e sofferente? Perché risalire sino al Principio deve per noi essere connesso a un'immagine di sacrificio e non di goliardia e vitalità? Alla fine, forse, ci sono arrivato.
Una vera Spiritualità, sotto qualunque bandiera la si voglia vivere (cristianesimo, islam, paganesimo cristico, olimpico, etc) è, tra le altre cose, un metter da parte la propria volontà, i propri capricci individualisti per servire qualcosa di superiore, anche contro i desiderata immediati che ci pone lo Sfidante che portiamo dentro. E' per questo che Gesù nella sua predicazione insiste nell'invitare a liberarsi da questi ego, da queste volontà individualistiche, e spesso lo fa con linguaggi e gesti simbolici non sempre facili da capire: farsi poveri in spirito, cacciare i mercanti dal nostro tempio, servire per esser grandi.
Nel suo caso di vita esemplare e paradigmatica di uomo che incarnava gli insegnamenti stessi di Dio, questo annullamento dell'Io a favore di un Noi supremo poteva incarnarsi solo nel momento della morte in croce, ossia della massima rinuncia a se stesso a favore degli altri. Seguire questi insegnamenti significa necessariamente prendersi sulle spalle un pezzetto di questa croce... che si fa sempre più leggera quanto più è condivisa!
Un abbraccio a tutti nella speranza che si realizzi presto il mio ultimo augurio.
Buona Santa Pasqua
Simone
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