L'ideologia di genere: una nuova guerra tra poveri
Le rivendicazioni di
coloro che chiedono maggiori diritti e riconoscimenti per le coppie
gay e lasbiche stanno purtroppo sempre più risentendo dei pesanti
condizionamenti dei gruppi che si sono infiltrati alla loro testa,
quali la Open Society Institute di George Soros piuttosto che banche
come la Goldman Sachs o aziende quali la Coca Cola1.
Se infatti queste
rivendicazioni erano agli inizi più che ragionevoli (secondo il mio
giudizio personale) come il riconoscimento giuridico della coppia,
oggi la cosa è degenerata non tanto in una richiesta di diritti
quanto nella pretesa che questi ultimi venissero ridotti a chi ne
aveva per secoli naturalmente beneficiato, ossia alle famiglie
tradizionali.
Il risultato di questa
degenerazione è la creazione di un clima di diffidenza, ostilità e
infine odio aperto tra gruppi di persone che, come sempre accade, non
avrebbero in realtà nulla per cui contrapporsi gli uni gli altri a
livello politico e sociale.
Questa pericolosa spirale
è stata messa in pratica per gradi, prima con le provocazioni di
pochi personaggi addomesticati o finanziati dai poteri forti (Nichi
Vendola, Aldo Busi o i radicali nel caso italiano) e rilanciate da
una parte della comunità omosessuale in risposta alla quale si sono
poi costituiti gruppi di difesa della famiglia canonica. Il tutto in
un contrapporsi crescente di posizioni sempre più radicali e
incociliabili.
Se una regia non può
essere provata con certezza, essa è comunque rilevabile dai numerosi
indizi già citati (il collegamento tra le personalità coinvolte e i
loro criminali finanziatori) e dalla succesione dei fatti.
E' chiaro ad esempio che
esiste una profonda differenza tra la richiesta di diritto alla
genitorialità per coppie dello stesso sesso (richiesta che in questo
caso non condivido, ma è non di meno lecita da avanzare) e la
negazione della genitorialità naturale tra un uomo e una donna. Come
definire altrimenti le ultime acrobazie giuridiche che si vogliono
introdurre quali la sostituzione dei termini "padre" e
"madre", giudicati discriminatori, con "genitore 1"
e "genitore 2"2?
Oggi gay e lesbiche non possono sostanzialmente costituirsi in coppie
con figli, ma se questo non è permesso dove sta il vantaggio per
queste coppie nel negare la formalità dello stesso diritto alle
famiglie composte da un padre e una madre? Forse quei componenti,
certamente fondamentalisti, della comunità LGBTI che vogliono
avanzare queste pretese giuridiche non hanno avuto un padre e una
madre? E' come se una categoria di operai insoddisfatta del proprio
salario, scioperasse non tanto per chiederne l'aumento, quanto per
pretendere la riduzione degli stipendi di altri lavoratori in modo da
avere "pari diritti".
E' del tutto evidente che
di fronte a simili provocazioni la risposta che nasce da altri gruppi
nella società non può che essere una risposta polemica, e non
conciliante, e altrettanto radicale, quale quella delle Sentinelle in
Piedi la cui scesa in campo è a sua volta un pretesto per chi non
vedeva l'ora di poter lanciare l'allarme omofobia3.
E dunque, cui
prodest?, come si chiedevano i giuristi dell'antica Roma
all'inizio di un'inchiesta, a chi giova tutto questo?
Ricordiamo che ad ogni
momento di falsa divisione creato dal sistema il sistema stesso ha
avanzato un'altrettanto falsa soluzione che permettesse di ricomporre
i gruppi in contrasto addomesticandoli ancor più al potere.
La falsa frattura
politica destra contro sinistra è stata portata alle estreme estreme
conseguenze dell'inettitudine sino a poter presentare alla stanca
opinione pubblica i salvatori della patria, i "tecnici"
che, liberi da ogni condizionamento politico, avrebbero risolto ogni
problema rivelandosi invece amministratori delegati a servizio del
sistema bancario e delle multinazionali.
La distorta gestione dei
singoli stati nazionali o i loro passati conflitti hanno fatto
credere che essi fossero ormai inadeguati fornendo ad ogni loro crisi
l'occasione per rafforzare il sistema dei blocchi sovranazionali
quali esecutori della graduale privazione di libertà politica, cosa
di cui l'Unione Europea è un esempio perfetto.
L'altrettanto strumentale
lotta tra il Cristianesimo cattolico-ortodosso contro l'Islam
fornisce il pretesto per bollare le religioni come causa di
conflitti, guerre e immobilismo culturale, proponendo come soluzione
la grandiosa religione universale new age.
E dove porterà invece la
triste divisione tra omosessuali ed eterosessuali, persone che in un
mondo sano non avrebbero nessun motivo per fronteggiarsi così
ferocemente? Sicuramente condurrà a credere che, così come le
divisioni politiche, statali e religiose, anche le specificità
sessuali sono roba superata, foriera di scontri e quindi da
manipolare artificalmente, rendendo quindi quanto mai presentabile il
fenomeno del transumanesimo (che, a scanso di facili ironie, nulla ha
a che vedere col transessualismo), ossia il superamento dell'essere
umano non solo nella sua versione fisica naturale a favore di
elementi meccanici ma anche nell'annullamento delle differenze
psico-fisiche (e spirituali?) tra maschio e femmina.
Ma questa è la risposta
ingannevole e liberticida che darebbe il sistema, mascherando da
soluzione al problema quello che è invece un impoverimento e una
riduzione in schiavitù. Quale è invece la risposta che dovrebbe
dare chiunque ambisca alla libertà e a tutte le forme di sovranità?
Sovranità significa in
primo luogo autonomia, indipendenza. E non c'è indipendenza in
quella parte della comunità LGBTI che ha tralasciato la
rivendicazioni di diritti a favore della negazione dei diritti
altrui. Chi scende in strada a condurre una lotta che gli appare
giusta e vede che al suo fianco si sono schierati mafiosi e
camorristi dovrebbe interrograrsi sul motivo della loro presenza e,
se continua a ritenere che la propria battaglia sia corretta,
allontanarli per evitare manipolazioni del movimento cui appartiene.
E' per questo motivo che personaggi e gruppi d'élite che oggi in
Italia e all'estero manipolano i gruppi d'opinione gay e lesbiche
dovrebbero essere neutralizzati e questo è certamente possibile
poiché ritengo che i movimenti più manipolati sono quelli più
visibili a livello mediatico ma non sono sicuramente rappresentativi
di tante persone omosessuali che non si riconoscono in queste
battaglie distorte. A questi ultimi spetta a mio avviso l'arduo
compito di farsi sentire.
Essere liberi significa
invece riconoscere l'importanza della libertà altrui prima di
lederla a vantaggio della propria. Una richiesta di diritti di coppia
per omosessuali non può quindi ignorare il tessuto comunitario in
queste coppie andranno a inserirsi, un tessuto la cui normalità
(che non è un concetto discriminatorio e nemmeno gerarchico) è
fatta di coppie, famiglie e genitori eterosessuali. Queste ultime
persone dovranno invece imparare e insegnare ai propri figli il
rispetto per ogni diversità, per l'eccezione (altro termine
non discriminatorio, ma statistico), la comprensione, la condivisione
delle ingiustizie subite e la lotta contro di esse in quadro
giuridico adeguato.
La chiave di volta per
risolvere questo conflitto, così come qualunque altro scontro
sociale fittizio, è sempre questa ed è semplicissima, ossia il
rifiuto della logica del divide-et-impera tra i due litiganti per
concentrarsi invece sulla rimozione dei motivi di contrasto alla
radice.
2 commenti:
Complimenti per le ottime considerazioni di buon senso, assolutamente il miglior quadro sulla questione mai letto. Il buon senso è talmente raro che quasi si fatica a riconoscerlo...
Buon 2015
@ Barbara
Ogni tanto ci azzecco :-)
Spero di avere il tempo oggi dis crivere qualcosa sulla pagliacciata accaduta in Francia
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