Il giornalismo è un
ambiente nel quale le regole deontologiche possono essere violate con
la stessa facilità con la quale Jack lo Squartatore ammazzava una
povera donna. Ma nonostante questa ipocrisia c'è qualcosa che mi era
stato ben insegnato nella mia breve esperienza passata nel settore,
ossia, mai scrivere qualcosa che non aggiunga contenuti inerenti la
notizia che si vuole comunicare, men che meno se questa aggiunta è
un'opinione personale.
In sostanza, se la
notizia riguarda l'incendio di un appartamento del centro, non ha
alcuna rilevanza che il padrone dell'abitazione avesse fatto
colazione con il caffè piuttosto che con un succo di frutta, per cui
questo dettaglio non andrà scritto.
E' per questo che divento
molto sospettoso nel momento in cui vedo che questa regola viene
trasgredita come nulla fosse da testate di una certa importanza
(ovviamente a livello intrasistemico) come il Corriere della Sera.
Nel
caso in questione (Spionaggio
della Cia con i vaccini Gli Usa: «Non lo faremo più») mi
avrebbe dovuto sorprendere, in realtà la cosa non mi stupisce
affatto, un riferimento al comportamento dei Taliban, definiti
demenziali per il loro rifiuto delle vaccinazioni propinate dalle
agenzie occidentali dopo l'occupazione del loro paese, l'Afghanistan.
Un comportamento emerso in particolare in un'operazione della CIA
tesa ad avvicinare i capi di al-Qaeda attraverso campagne di
vaccinazioni farlocche (come lo sono tutte, del resto, anche quelle
che non hanno finalità di spionaggio):
I talebani hanno scatenato una guerra contro le vaccinazioni
considerate il paravento della Cia. In realtà i militanti le
osteggiavano già da prima, sostenendo che si trattava di una manovra
per sterilizzare i piccoli musulmani. Visioni da dementi (il
sottolineato è mio) che però si sono sommate ai sospetti
dopo l’assalto di Abbottabad e al piano Usa
L'eventuale demenza dei
Taliban in merito alle questioni mediche non è affare inerente la
notizia e in ogni caso l'insulto all'intelligenza di qualcuno, fosse
anche di fanatici che davvero non si sono mai contraddistinti per
acume cerebrale, non spetta a un giornalista del Bugiardone
nazionale.
Ma come si diceva
all'inizio, la deontologia del giornalismo è di fatto lettera morta
sacrificata alle strategie di comunicazione più generali. Strategie
che, soprattutto in questi anni in cui manipoli di genitori
coraggiosi stanno lottando per liberare i propri figli dalla guerra
batteriologica occultata dei vaccini, sono utili a criminalizzare
proprio costoro costruendo uno strisciante paragone coi Taliban.
Operazione del resto già
avviata dalla rivista medica ufficiale Uppa (Talebani
di casa nostra). Per chi avesse dei dubbi sul fatto che si tratti di una propaganda orchestrata, basta evidenziare che sempre il Corriere ha pubblicato nelle stesse ore dell'articolo sopra citato un altro pezzo in cui non manca di dare ampio spazio alla posizione ufficiale della medicina, tesa a negare l'identità del vaccino quale arma batteriologica (Vaccini e autismo, il pm di Trani nominerà un pool di esperti).
Leggendo articoli come
quello del Corriere il lettore assimila l'idea che rifiutare un
vaccino sia cosa da “dementi Talebani” e questa immagine
influenzerà negativamente il suo giudizio verso i genitori e le
associazioni che portano avanti una battaglia di libertà e salute.
Ma l'Occidente oltre che
poca intelligenza ha anche poco spirito di osservazione. Non si
rendono conto i professori della disinformazione che il loro paragone
coi Taliban, che vorrebbe essere denigratorio, potrebbe invece
rivelarsi ben augurante e di questo io li ringrazio.
Questi barbuti ignoranti,
feroci, analfabeti, fanatici, intolleranti, sono anche coloro che con
poche migliaia di combattenti pronti a tutti hanno tenuto sotto
scacco e stanno infine sconfiggendo l'esercito occupante più forte
del mondo con una lotta che dura ininterrottamente da oltre una
dozzina d'anni.
Stiano attenti quindi i
sostenitori dei vaccini, perché i trabocchetti linguistici del
Bugiardone potrebbero portar loro sfortuna e tra una decina d'anni si
ritroveranno sconfitti e senza più ragion d'essere...
1 commento:
Caro Simone complimenti.
la vitalità de mito del vaccino come rimedio ineludibile, quello dei taliban come esseri di scarto e da eliminare, tende a dimostrare la prevaricazione culturale di una concezione del mondo fatto di realtà oggettiva, di elementi separati che la compongono. L'altra, quella che prevede l'integrità delle cose, che riconosce che la realtà sta nella relazione, che quindi prevede che la responsabilità sia nostra comunque, non è riconosciuta che da pochi.
Parlarne è necessario.
Allego uno spunto sull'argomento: http://www.victoryproject.net/articolo.php?id=504
Ciao
lorenzo merlo
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