Quanto
più il livello di coscienza e la capacità di critica si riducono,
tanto più perdono di importanza i contenuti espressi a vantaggio del
linguaggio e delle tecniche di comunicazione.
Oggi
più che mai questo sbilanciamento è particolarmente evidente. O,
per meglio dire, dovrebbe essere evidente perché nel gioco del gatto
che si morde la coda, sono proprio la mancanza di attenzione e di
coscienza a impedire l’individuazione di questi giochetti retorici
ed a favorirne una loro ulteriore reiterazione.
E’
radicata già da tempo la tecnica dell’abbinare fattori positivi ad
altri non accettati dal senso comune così da rendere anche i primi
impresentabili (es. caratterizzare strumentalmente la sovranità
monetaria come fenomeno storicamente appartenuto al fascismo e al
nazionalsocialismo, fa sì che l’opinione pubblica, pur di non
vedere adottata una politica fascista o nazista e non essere
criticata per questo, preferisca continuare a regalare alle banche
enormi debiti pubblici). Oppure sostenere la bontà delle proprie
posizioni come riflesso a una presunta cattiva qualità della
controparte, già a suo tempo artificialmente denigrata (es.
sostenere una guerra perché è combattuta contro il dittatore
corrotto e dispotico Gheddafi, per cui opponendosi alla guerra si
verrebbe strumentalmente additati quali sostenitori di dittatori
sanguinari).
Il
meccanismo si è raffinato negli ultimissimi anni agganciando alle
politiche che si volevano imporre
obtorto
collo
il mantra dei diritti umani. Questo abbinamento porta con sé un
equivoco che difficilmente può essere risolto da una coscienza che
volesse essere critica. Come si può essere contrari ai diritti
umani? Come si può essere contrari a proteggere le donne laddove
sono maltrattate? Come si può essere contrari ai diritti degli
omosessuali laddove sono discriminati? Essere
contrari ai diritti umani comporta l’apparire disumani.
E poiché nessuno vuole essere considerato disumano è più facile
risolvere l’equivoco dando il proprio assenso, anche silenzioso, a
tutte quelle prese di posizione politiche che sebbene nascondano
secondi fini macroscopici si presentano pubblicamente come promotrici
di diritti umani.
E’
bene quindi dissociarsi dalla propria paura di essere giudicati e
osservare con distacco il fenomeno.
Da
almeno due anni si assiste ad una campagna mediatica assillante
contro la Federazione Russa per via delle leggi restrittive
sull’omosessualità. In realtà chi promuove queste accuse
mediatiche non ha assolutamente a cuore il destino dei gay e delle
lesbiche di Russia e nemmeno di alcun altro paese, neanche il
proprio. Ma dato che la lotta all’omofobia è estremamente
politically
correct,
pochi hanno la volontà di esporsi e sottolineare che l’ostilità
alla Russia è determinata da ragioni energetiche e geopolitiche. In
questi settori Mosca persegue una politica legittimamente tesa al
proprio interesse nazionale - e invero più corretta anche verso i
partner stranieri di quanto non farebbero altre potenze – cosa che
proprio non va giù all’unipolarismo occidentale. Ed ecco che si
demonizza l’avversario con un argomento anche corretto (leggi
restrittive per LGBT in Russia ci sono davvero) ma strumentalizzato e
per il quale in verità non si nutre alcun interesse. Cercando di
spiegare questo si corre anzi il rischio di sentirsi dire che dietro
le nostre argomentazioni politiche si nasconde in realtà un’omofobia
nascosta che si vuole mascherare…
Un
altro esempio, che non verte precisamente sui diritti umani ma su
quelli civili ed economici, riguarda la rivolta dei “20 centesimi”
avvenuta in Brasile lo scorso anno quando decine di migliaia di
giovani manifestanti hanno agitato le piazze delle maggiori città
del paese per protestare contro la carenza di servizi pubblici
essenziali mentre il governo federale sprecava denaro per i mondiali
di calcio. La rivolta altro non è stata che un tentativo di
rivoluzione colorata promossa dal dipartimento di Stato USA, irritato
per l’efficace politica di sovranità energetica che il Brasile sta
attuando sulle nuove riserve petrolifere scoperte, per la
cooperazione che conduce con gli altri paesi indio latini senza
pretese egemoniche e per il ruolo giocato nel BRICS. Eppure, come non
condividere in prima battuta le motivazioni dei manifestanti? I
servizi pubblici nel paese, specialmente la sanità, sono davvero
carenti e i prezzi al consumo molto alti rispetto ai salari. Tutto
questo, unito allo spreco di soldi per una ridicola manifestazione
sportiva, non poteva non generare una protesta sociale legittima. Il
problema è che questa è stata incanalata e sfruttata dalle agenzie
americane (es, USAID) per mettere in difficoltà un governo sgradito
a Washington. Come spiegare però questo passaggio non chiaro ai più
senza passare per critici verso i manifestanti che tutti i torti
proprio non li hanno? Come spiegarsi senza passare per indifferenti
verso i legittimi diritti di salario e servizi pubblici dei
cittadini?
Essere
diretti e non temere di essere manipolati resta la miglior risposta a
queste distorsioni, senza aver paura di essere presi per misogini,
omofobici, e vattelappesca. La messa in risalto delle contraddizioni
di chi si erge a paladino di ogni diritto rivendicato nel mondo,
quando non li fa rispettare in casa propria, è la miglior arma per
contrattaccare la disinformazione in quanto costituisce,
naturalmente, la Verità.
2 commenti:
Ciao Simone,
analisi brillante, limpida e semplicemente onesta nonché fondata.
Tutto ciò che non favorisce le banche è "nazista" e basta mandare le truppe cammellate a protestare contro
Un salutone
Barbara
@ Barbara Ma i nazisti non sono più tali, bensì manifestanti pro UE quando i cammelleti sono loro, tipo Pravy Sektor in Ucraina...
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