Smentiamo subito un luogo
comune.
Il presidente degli Stati
Uniti, chiunque egli sia, non è l'uomo più potente del mondo. E'
semplicemente il primo fra le comparse, il più conosciuto fra gli
attori di secondo livello, pagato per recitare un ruolo di copertura,
ossia far apparire come proprie decisioni in realtà prese e imposte
da altri.
Quando, nel corso del
tempo, un presidente americano ha voluto emanciparsi da questo ruolo
per onorare il mandato ricevuto dagli elettori, come hanno fatto
Abraham Lincoln o John Fitzerald Kennedy, è finita sempre allo
stesso modo.
A monte di questa farsa
ve n'è un'altra che sta nella stessa competizione elettorale tra i
due candidati principali alla presidenza, il repubblicano e il
democratico. Generalmente l'establishment individua un proprio
candidato, che può appartenere all'uno o all'altro partito
indifferentemente a seconda degli scopi da raggiungere e che viene
lanciato verso la vittoria molti mesi prima delle elezioni, al quale
è opposto uno sfidante di facciata palesemente condannato alla
sconfitta. E' accaduto in passato con Gore, Kerry, Mc Cain e Romney.
L'attuale duello tra
Hillary Rodham Clinton e Donald Trump non fa eccezione. La nobiltà
nera ha individuato da molto tempo il proprio presidente
funzionale nella cadidata democratica (e già questo dovrebbe essere
motivo sufficiente per sperare nella sua sconfitta) lasciando aperta
la porta della sfida al condannato di turno Donald Trump... ma con
qualche variabile che, a un giorno dal voto, sta rendendo queste
elezioni un po' meno farsa e più interessanti sia per gli USA che
per il resto del mondo.
Abbiamo detto che la
candidata del sistema è Hillary Clinton. E' necessario quindi, e
altrettanto facile, demolire questa odiosa figura che in America e
all'estero gode dei totali favori del mondo dei media e dei poteri
forti senza che la cosa sembri destare il minimo sospetto nel
cittadino medio, pronto a bersi tutte le sciocchezze raccontate in
favore della signora e per contro le fesserie strumentalmente
attribuite al suo pur demenziale oppositore.
Hillary Clinton affonda
le proprie radici nei peggiori poteri criminali che dirigono la
politica estera americana e le sorti del pianeta. Ha fatto parte sia
del Council on Foreign Relations che del famigerato Club Bilderberg.
Non secondaria poi è la sua passata affiliazione alla setta satanica
di Saul Alinsky (speculare all'affiliazione alla loggia massonica
Skull and Bones dei suoi colleghi maschi).
Mentre Trump sta
finanziando praticamente da solo la propria campagna elettorale (il
che non è necessariamente un merito, sia chiaro), la Clinton ha alle
spalle finanziatori discutibili tra cui l'Arabia Saudita e il Qatar,
ossia due accaniti sostenitori sia dell'Isis che degli altri gruppi
fondamentalisti operanti in Siria e Iraq.
Dev'essere per questo
motivo che la signora Clinton è stata coinvolta in passato ad
altissimi livelli nella colpevole creazione dei movimenti
terroristici che ancora oggi spudoratamente sostiene,
nell'indifferenza dei benpensanti, cosa che Trump non ha mancato di
sottolineare e alla quale contrappone una linea agli antipodi, di
collaborazione per esempio con la Federazione Russa per eradicare
questi movimenti.
Hillary Clinton ha anche
rapporti con Goldman Sachs, e anche questo di per sé sarebbe motivo
per defenestrarla seduta stante senza nemmeno considerarla una valida
guida per un qualsiasi paese civile.
Mentre tutti si
focalizzano sui modi istrionici di Trump giudicandolo genericamente
un "pericolo", in pochi sembrano aver comprese le
aggressive linee di politica estera della Clinton la quale ha già
messo in chiaro che la propria ostilità alla Russia andrà ben oltre
quanto attuato da Obama (già colpevole di gravissimi gesti contro
Mosca) e che lo stesso varrà per la Cina, il tutto senza che
l'America abbia mai accusato alcun colpo da questi paesi. Se sarà
guerra generale, non sarà colpa né degli zar né dei comunisti... e
alla vigilia del voto presidenziale è bene ricordare che nelle due
precedenti guerre mondiali gli USA sono entrati sempre con un
presidente democratico alla Casa Bianca (sarebbe più corretto
affermare che nella prima guerra ci sono entrati, la seconda l'hanno
provocata...).
Hillary Clinton ha anche
alle spalle il sostegno di una serie di lobby economiche e produttive
come il complesso militare, quello farmaceutico e agro-alimentare
(Bayer-Monsanto su tutti), da cui un sostegno incondizionato alle
vaccinazioni a tappeto contro i bambini, il sostegno alle
coltivazioni ogm, politiche abortiste e compravendita di bambini
attraverso utero in affitto.
All'opposto in pochi
sanno che Donald Trump, oltre ad essere più cauto sui programmi
vaccinali e abortisti, è contrario agli ogm e propone nei propri
ristoranti alimentazione biologica.
Sia Trump che la Clinton
sono contrari al trattato TTIP con l'Europa. Ma mentre l'opposizione
di Trump è genuina e legata al suo isolazionismo, quella della
Clinton è emersa solo in un secondo momento come tentativo di
rincorsa su un argomento che ha portato consensi all'avversario.
Puerili sono addirittura
le accuse di violenza sessuale mosse contro il parruccone Trump.
Oltre a non essere sostenute da prove è impossibile non vedere come
esse siano emerse a distanza di anni dai fatti raccontati e sempre,
casualmente, quando i sondaggi davano il candidato repubblicano in
vantaggio sulla Clinton. In pochi invece ricordano come quest'ultima,
da avvocato, abbia a suo tempo difeso un pedofilo pur conoscendone la
colpevolezza.
Un punto negativo in
comune a entrambi è il supporto incondizionato che essi intendono in
ogni caso fornire allo stato occupante di israele. Ma anche a questo
proposito vale la pena ricordare le origine ebraiche della Clinton il
cui cognome da nubile, Rodham, deriverebbe da Rodomsky, poi mutato in
America. Non è difficile a questo punto immaginare quale sia lo
stato straniero che la Clinton vorrebbe favorire secondo quanto sin
qui emerso dallo scandalo "mailgate"...
Trump infine ha
sicuramente un'idea sbagliata nel modo in cui intende gestire
l'immigrazione in America. Ma se è vero che è per noi censurabile
il "muro" (fisico e ideale) che egli intende costruire,
dobbiamo chiederci se l'idea della Clinton di reiterare
l'immigrazione pilotata tipica del liberismo per creare conflitti
sociali e sfruttamento lavorativo sia migliore.
Quale deve essere la
conclusione di questi ragionamenti? Dobbiamo fare il tifo per Donald
Trump? Ovviamente no, anche se sarebbe ipocrita mascherarsi dietro
una formula "non spero che vinca Trump, mi auguro solo che perda
la Clinton".
Lo stesso motto di Donald
Trump, "Voglio fare l'America grande di nuovo" di per sé
non promette nulla di buono perché da sempre gli Stati Uniti sanno
farsi grandi solo a spese altrui (e noi italiani dovremmo saperlo
molto più di altri, se ne avessimo coscienza).
Anche a livello personale
il candidato repubblicano non può per noi essere un modello o una
figura da sostenere. Egli incarna infatti nulla più che il
capitalista sfrenato, complice di quello sfruttamento strutturale al
nostro sistema che genera tutte quelle ingiustizie che hanno portato
il mondo sull'orlo del baratro. E' solo la sua assenza di legami con
l'establishment che ne fa semplicemente un idiota, contrapposto però
a una demone.
E' allora più opportuno
riequilibrare le cose. La competizione tra Donald Trump e Hillary
Clinton può facilmente essere spiegata metaforicamente con
un'immagine: i coglioni vanno sempre in coppia e uno dei due (la
Clinton) è un po' più grande dell'altro.
Questa è la penosa
immagine dell' "arsenale della democrazia".
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