Potete ingannare tutti
per un po'. Potete ingannare qualcuno per sempre.
Ma non potete ingannare
tutti per sempre
Nelle ultime settimane i
media hanno alzato il tiro sulla presunta recrudescenza di malattie
infettive e su gravi complicazioni o addirittura casi di morte
provocati dalle stesse.
Lo sfondo su cui si
colloca questa battaglia mediatica è abbastanza inquietante e non ci
riferiamo qui alla questione vaccinale in particolare ma all'insieme
dei pezzi che si muovono sulla scacchiera e che denotano una violenta
accelerazione del sistema politico-economico nel processo di
liberticidio generale: imposizione dell'ideologia di genere,
contrasto di USA-UE alle operazioni anti-Isis della Russia con
conseguente sostegno occidentale al terrorismo, trattativa per
l'entrata in vigore del TTIP, etc.
La grancassa comunicativa
che senza alcun fondamento scientifico sta convincendo la popolazione
che il calo di vaccinazioni sia l'equivalente di un attacco con armi
batteriologiche con conseguenti morti e mutilati gioca il duplice
ruolo da un lato di dirottamento dell'attenzione pubblica dove fa più
comodo (dal quadro generale prima accennato al problema specifico
scorporato dal resto) e dall'altro di distorsione della singola
questione.
Tentare di rincorrere i
singoli casi con cui giornali e tv stanno deviando le già appassite
coscienze del pubblico sarebbe inutile per cui si vuole qui ricordare
che all'oggi, e questo è l'unico dato di fatto, non si riscontrano
apprezzabili variazioni nell'incidenza delle malattie infettive e
nemmeno i casi riscontrati sono stati ricondotti in alcun modo
all'assenza di copertura vaccinale.
In sostanza sinora i
media hanno parlato del nulla limitandosi a sottolineare casistiche
che da sempre si verificano e lo hanno fatto con una strumentalità
che troppo ricorda la volontà di enfatizzare una notizia per
aumentarne l'impatto emotivo e le conseguenti reazioni.
Ma questo dato di fatto
si collega a un'altra considerazione statistica che affonda le radici
molto indietro nel tempo, agli anni in cui le vaccinazioni sono state
via via introdotte.
I sostenitori di questa
profilassi riportano costantemente dati secondo i quali dopo
l'introduzione dei vaccini a partire grosso modo dall'inizio del '900
le più gravi malattie infettive sono andate via via riducendosi
evidenziando quindi un rapporto di causa-effetto sulla base della
contemporaneità dei due fatti.
E' chiaro che se a
riprodurre un ragionamento di questo tipo fossimo stati noi nel giro
di cinque minuti ci avrebbero liquidati come complottisti in quanto
la contemporaneità tra due accadimenti non dimostra assolutamente
una correlazione diretta tra i due a meno di non voler sostenere che
in caso di pioggia sia proprio l'acqua piovana a far aprire gli
ombrelli.
Le statistiche di cui
sopra infatti mancano di un pezzo che viene facilmente alla luce con
una ricerca più approfondita e che non a caso è in realtà ben noto
proprio a medici e ricercatori del settore, sebbene pochi amino
rispolverarlo, ossia l'andamento delle malattie infettive prima
dell'introduzione dei vaccini.
I grafici in questione -
ampiamente documentati e consultabili facilmente sul libro del dottor
Eugenio Serravalle Bambini super vaccinati – mostrano che
l'incidenza delle malattia infettive per le quali sono state via via
introdotte le vaccinazioni stava già calando prima dei vaccini
stessi (parlando ovviamente di paesi sviluppati come quelli europei,
gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone). Meglio ancora facendo dei
confronti comparati si scopre che tra paesi diversi e con profilassi
diverse (vaccinazione introdotta in un primo paese e non introdotta
in un secondo) il calo dell'incidenza delle malattie risulta
sostanzialmente analogo.
Qualcosa dunque non torna
nel ragionamento di chi vorrebbe chiudere la discussione sui vaccini
sentenziando che dati alla mano essi avrebbero debellato le malattie
infettive.
A voler essere
comprensivi si potrebbe dire che i vaccini hanno al più rafforzato
una tendenza già in corso ma è anche vero che al contrario in
alcuni casi essi hanno invece contribuito a una momentanea
recrudescenza acuta della malattia stessa (per esempio diffondendo
virus vivi presenti nella composizione del vaccino stesso) poi
tornata a stabilizzarsi.
E allora se noi non
vogliamo essere complottisti e non vogliamo che lo siano nemmeno i
sostenitori del vaccino a tutto spiano occorre ricavare un'altra
conclusione da quanto detto sin qui. Dati e andamenti alla mano il
calo delle malattie e l'introduzione dei vaccini non sono l'uno
l'effetto e l'altro la causa che lo ha determinato ma, più
probabilmente, entrambi questi fatti sono effetti contemporanei di
una causa terza ossia il progresso economico, tecnico e scientifico
che in quegli anni ha toccato in varia misura i paesi in questione.
Questo sviluppo materiale
ha infatti permesso a parti crescenti di popolazione di migliorare il
proprio tenore di vita, la qualità dell'alimentazione e le
condizioni igieniche a partire dal momento del parto ed è questo
progresso, fatto di acqua e sapone, biancheria pulita, fogne bianche
e fogne nere, che ha veramente sconfitto le malattie infettive.
Sempre questo progresso, con le risorse crescenti che ha portato alla
medicina e alla ricerca, ha in effetti permesso a ospedali,
università e medici in buona fede (in quella fase) di sperimentare e
introdurre la pratica vaccinale come profilassi preventiva
indipendentemnte dalla loro reale efficiacia.
Oggi questa situazione
concettuale non si è spostata di un millimetro e a sostegno di
questa tesi possiamo ricordare l'enfasi artificialmente costruita
intorno a singoli casi, come il presunto "allarme" da
meningogocco b in Toscana quando i casi accertati sono inferiori a
quelli dello scorso anno, e soprattutto il totale mancato
approfondimento delle singole situazioni personali e sanitarie delle
vittime, piccole e grandi, delle malattie infettive riscontrate e
delle situazioni di contagio cui sono state relmente esposte.
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