Fiaba per bambini:
Cappuccetto Rosso, la Nera Farmacia e il Grande Lupo Azzurro
Cappuccetto Rosso, la Nera Farmacia e il Grande Lupo Azzurro
C'era una volta una
grande e antica foresta nel cuore dell'Europa.
Tutto intorno ad essa
esistevano dei piccoli villaggi di contadini e taglialegna che a
lungo avevano vissuto in armonia col suo ambiente. La foresta infatti
era molto ricca di energia e di piante guaritrici che mantenevano le
persone in forze quando erano in salute oppure risanavano gli
abitanti dei villaggi dalle malattie e dai dolori della vecchiaia
quando diventavano anziani.
Ma queste piante e queste
energie invisibili non potevano essere usate da chiunque. Gli
abitanti dei villaggi si rivolgevano a una saggia signora che abitava
in un luogo segreto proprio nel cuore della foresta poiché solo lei
sapeva trattare con cura questi doni della Natura.
Silvana, la nonna di Cappuccetto Rosso |
Questa donna, che molti pensavano essere una strega buona, si
chiamava Silvana in onore della foresta, poiché “silva” nella
lingua degli antichi significa proprio “foresta”. Girava per i
villaggi senza rivelare a nessuno il luogo in cui abitava portando
con sé il necessario a preparare pozioni, medicamenti, tisane,
misture di erbe, pietre incantate per dare salute alle persone e
alleviare i loro problemi e lo faceva senza chiedere nulla in cambio,
poiché la foresta provvedeva già da sé a tutte le sue necessità,
anche se in molti, grati per le sue attenzioni, spesso le facevano
qualche dono.
Si pensava anche questa
probabile strega fosse protetta e sostenuta nel suo lavoro dal Grande
Lupo Azzurro, un potente spirito che tutelava la foresta e che
nessuno aveva mai visto ma in cui tutti credevano e che i più saggi
sostenevano di poter percepire passeggiando tra gli alberi in
silenzio e in raccoglimento.
In uno dei villaggi sul bordo della foresta abitava una
ragazzina di sedici anni di nome Lavinia che tutti chiamavano però
Cappuccetto Rosso per via della mantellina con cappuccio di un vivo
color rosso che indossava da sempre.
Lavinia, "Cappuccetto Rosso" |
Silvana, la signora
guaritrice della foresta, era la nonna di Cappuccetto Rosso e la
nipote era una delle pochissime persone a sapere dove fosse la sua
capanna. Molti, vedendo Cappuccetto Rosso recarsi spesso da sola nel
cuore della foresta per raggiungere la nonna, pensavano proprio che
sarebbe stata lei un giorno a prenderne il posto come nuova
streghetta e che il suo vistoso mantello servisse a farsi ben notare
dal Grande Lupo Azzurro mentre si inoltrava per i lunghi sentieri e
farsi da lui proteggere.
Un giorno accadde che da
una vicina città iniziarono ad arrivare nella foresta e nei villaggi
strane persone, uomini e donne che lavoravano per la Nera Farmacia.
Costoro raccoglievano
nella foresta pietre, ghiande, frutti, radici, erbe e preparavano
medicine che poi offrivano agli abitanti dei villaggi nelle botteghe
che avevano aperto in ciascuno di essi.
Inizialmente gli abitanti
provarono incuriositi questi nuovi farmaci. Ma presto si resero conto
che, nonostante fossero fatti con gli stessi elementi usati dalla
guaritrice Silvana, non erano per nulla efficaci e che il più delle
volte davano solo un po' di sollievo momentaneo dai sintomi senza
aiutare a guarire veramente. Erano poi molto costosi e nessuno nei
vari villaggi poteva permettersi di spendere troppi soldi quando la
malattia era seria e richiedeva cure piuttosto lunghe.
Inoltre anche Cappuccetto
Rosso andava per i villaggi raccomandando di non usare quei farmaci
quasi inutili poiché la Nera Farmacia che li produceva non era
interessata alla salute delle persone ma solo a guadagnare soldi
lasciando la popolazione sempre un po' malaticcia così da
costringerla a comprare medicine sempre nuove.
Dopo pochissime settimane
nessuno usava più quei cattivi prodotti e tutti continuarono a usare
i preparati energetici, le erbe e le pietre di Silvana.
I loro affari andavano
male mentre la gente dei villaggi continuava a stare bene e a guarire
senza difficoltà da ogni malanno grazie alle cure molto efficaci
offerte dalla guaritrice Silvana.
E per di più lei si
permetteva di portare il suo aiuto e le sue medicine in giro senza
farsi pagare!
I Neri Farmacisti
decisero di risolvere questa situazione con le cattive maniere e
mandarono nella regione un giovane ma abile cacciatore di nome
Rudolph.
Rudolph sapeva usare
benissimo l'arco e le frecce, il pugnale e una piccola ascia. Si
muoveva agilmente nel bosco più fitto senza farsi notare dalle
creature selvatiche e sapeva catturare o uccidere ogni animale. Aveva
iniziato presto a fare questo lavoro perché era cresciuto senza la
sua mamma e il papà, gravemente malato, non poteva lavorare per
guadagnare abbastanza per tutti e due.
“Portaci quella specie
di strega della foresta di nome Silvana viva e oltre al denaro ti
offriremo tutte le cure per guarire il tuo papà. Per quanto riguarda
la ragazzina Lavinia che tutti chiamano Cappuccetto Rosso, uccidila
pure” dissero a Rudolph i Neri Farmacisti quando gli proposero il
lavoro.
La crudeltà di queste
persone era senza limite. Volevano la conoscenza della strega
guaritrice Silvana per poter guarire se stessi e i propri familiari,
ma non volevano che questa conoscenza fosse a disposizione della
povera gente comune a cui invece avrebbero venduto in futuro i propri
prodotti inutili.
Senza essere notato Rudolph iniziò a girare per i vari
villaggi tenendo Lavinia sott'occhio.
Pensava che il modo migliore
per trovare la guaritrice Silvana fosse quello di seguire Cappuccetto
Rosso alla prima occasione in cui si fosse recata in visita dalla
nonna.
Rudolph il cacciatore |
Quel momento non tardò
ad arrivare.
Un giorno, nascosto tra i
cespugli vicino alla casa della ragazza, Rudolph vide Cappuccetto
Rosso uscire accompagnata dalla mamma che le diceva: “La nonna è
stanca e indebolita da tutta questa faccenda della Nera Farmacia.
Quelle persone fanno di tutto per rovinare la salute della gente e
distruggono l'ambiente della foresta e lei da sola inizia a far
fatica a seguire tutto. Va da lei e portale questa cesta con cibo e
alcune cose di cui ha bisogno. Mi raccomando non seguire i sentieri
principali e sicuri che tutti conoscono. Sii furba e percorri il
sentiero nascosto, quello che tutit evitano, anche se più difficile
e un po' pericoloso, in modo che nessuno ti veda. Il Grande Lupo
Azzurro ti proteggerà”.
E così Cappuccetto
Rosso, agile e guardinga, si inoltrò velocemente nella foresta col
suo solito cappuccio tirato sulla testa. Mentre camminava sempre più
all'interno della foresta rivolgeva sottovoce delle preghiere allo
spirito del Grande Lupo Azzurro affinché la proteggesse durante il
cammino e non la facesse perdere. Cappuccetto infatti era esperta
della foresta ma stava procedendo sul cammino più difficile, dove la
vegetazione era più fitta e rendeva difficile procedere mentre il
sentiero in terra era così poco visibile che a volte sembrava quasi
scomparire.
Eppure nonostante questo,
Lavinia dal Cappuccetto Rosso aveva la sensazione di essere seguita.
Ogni tanto si fermava e restava alcuni istanti in silenzio per
cogliere il minimo rumore sospetto e si guardava intorno per scoprire
in quella rete impenetrabile di rami e foglie il minimo indizio della
presenza di qualcun altro.
Niente, silenzio totale,
niente di sospetto.
“Deve essere la mia
immaginazione – pensò Cappuccetto Rosso – E' impossibile che
qualcuno riesca a inseguirmi qui”. Riprese il cammino verso la
casa della nonna Silvana.
Ma qualcuno la stava
inseguendo davvero. Con molta cura e attenzione per non farsi sentire
o vedere, senza fare il minimo rumore e nascondendosi alla perfezione
tra i rami col suo mantello e il cappuccio scuri, Rudolph non aveva
perso Cappuccetto Rosso di vista un attimo.
Dopo due ore di marcia
nella foresta, il giovane cacciatore vide Cappuccetto abbandonare il
sentiero e inoltrarsi in una strana formazione di grandi alberi che
sembravano formare quasi una grotta di rami e tronchi dove la luce
del sole non passava.
Eppure quel posto era
illuminato da una luce viola-azzurro che sembrava uscire direttamente
dagli alberi, dai fiori, dal tappeto di morbido muschio in terra.
Una bella sensazione di
pace e calore era in quel luogo, come se lì non vi fosse da temere
alcun male.
In mezzo alla volta di
alberi, sorgeva una grande quercia che nella sua parte bassa si
allargava molto sino a diventare una vera capanna. Era lì che
Cappuccetto Rosso si stava avvicinando per bussare alla porta.
“Ci siamo – pensò
Rudolph – ecco la casa della strega Silvana”.
Dopo che Cappuccetto
Rosso ebbe bussato si sentì una voce di donna dall'interno della
capanna: “Chi è?”.
“Nonna, sono Lavinia...
Cappuccetto Rosso” rispose la ragazza.
“E chi viaggia con te?”
disse di nuovo la voce dentro la capanna.
“Il Grande Lupo
Azzurro” rispose ancora Cappuccetto.
A quelle parole si
sentirono dei rumori metallici appena dietro la porta, come di un
lucchetto che veniva aperto e una catena rimossa. La porta si aprì e
nel suo vano apparve Silvana, la guaritrice della foresta.
Il suo aspetto era
all'apparenza quello di una donna anziana, ma ancora robusta e con
una magica luce di determinazione e carattere negli occhi. Il suo
corpo però era effettivamente piegato e indebolito per la stanchezza
e la preoccupazione che gli ultimi tempi gli avevano procurato per la
presenza nella foresta dei Neri Farmacisti.
Silvana accolse in casa
Cappuccetto Rosso abbracciandola teneramente: “Nipote mia – disse
– Sono felice tu sia arrivata. Il Grande Lupo Azzurro veglia su di
te. Entra e riposati ora”.
Lavinia entrò nella
casetta mentre la nonna Silvana si accingeva a richiudere la catena
col lucchetto che sbarrava la porta. Ma non sapeva che un grande
pericolo stava calando inaspettato su di loro.
Appena Cappuccetto Rosso
era entrata infatti, il cacciatore Rudolph, che aveva assistito a
tutta la scena dal bordo della radura, si era gettato in avanti di
corsa, silenzioso ma velocissimo, per entrare in casa prima che la
catena venisse legata.
E così un istante prima
che la nonna Silvana potesse chiudere il lucchetto, Rudolph si lanciò
con un salto contro la porta aprendola di forza con un calcio e
mandando a cadere la povera nonna sul pavimento.
Silvana e Cappuccetto
Rosso si spaventarono moltissimo e non capirono cosa stava accadendo.
Poi Cappuccetto Rosso si
ricordò del cacciatore che la Nera Farmacia aveva messo sulle tracce
della nonna Silvana. In qualche modo doveva averla vista e seguita
sui sentieri impraticabili e sconosciuti che portavano al cuore della
foresta. Si sentiva così sciocca! Lei stessa, che credeva di essere
stata attenta a ogni passo, l'aveva condotto dalla nonna, la
guaritrice! E ora cosa sarebbe successo?
Rudolph osservò
rapidamente le due donne. L'anziana Silvana stesa a terra ancora
dolorante per la caduta e la giovane Lavinia, che tutti chiamavano
Cappuccetto Rosso, che si era precipitata al suo fianco per aiutarla.
Entrambe lo guardavano con gli occhi pieni di paura. Ma Cappuccetto
Rosso trovò il coraggio dentro di sé e gli puntò contro un dito
con determinazione: “Vattene e lasciaci in pace. Lascia stare la
mia nonna. Lascia stare tutta questa foresta o ti metterai contro dei
poteri che non puoi assolutamente affrontare”.
Il cacciatore Rudolph
impugnò allora velocemente il suo arco incoccando una freccia e
puntandola contro la ragazza: “Io devo prendere la tua nonna viva e
condurla via con me – disse – Tu non sei importante per la Nera
Farmacia. Potrei anche ucciderti e sono pronto a farlo, ma non mi
interessa. Fatti da parte, lasciami portare via tua nonna e non ti
succederà niente”.
Cappuccetto Rosso e la
nonna restarono inchiodate al pavimento. Qualunque cosa avessero
fatto, la freccia di Rudolph avrebbe colpito comunque una delle due.
Ma proprio in quel
momento si sentì venire da fuori il potente ululato di un lupo,
molto vicino.
Rudolph abbassò un poco
il suo arco e si girò verso la porta per vedere se davvero un lupo
non stesse per entrare nella casetta.
Ed ecco dalla porta entrò
una fortissima luce azzurra, così potente e luminosa che era
impossibile tenere gli occhi aperti, e sia Rudolph che Cappuccetto
Rosso e la nonna furono costretti a girarsi e nascondere la faccia
sotto le braccia per non rimanere abbagliati.
Dopo qualche istante la
luce azzurra iniziò a indebolirsi permettendo ai tre di tornare ad
aprire gli occhi ed ecco, proprio in mezzo alla porta, si stagliò la
figura di un lupo, un bellissimo, grande lupo dal pelo azzurro come
la luce che lo aveva preceduto e circondato da un'aura magica dello
stesso colore.
Il Grande Lupo Azzurro! |
Non potendo credere a
quanto vedeva Rudolph impugnò nuovamente l'arco e puntò una freccia
contro il Lupo. Ma a quel gesto il magnifico animale lo fissò e i
suoi occhi profondi e saggi si illuminarono come due fiamme celesti,
mentre Cappuccetto Rosso, aiutata la nonna Silvana a rialzarsi,
lentamente sia avvicinò con lei al bellissimo animale incantato.
“Non farai questo
errore, cacciatore” esclamò una voce potente. Era la voce del
Grande Lupo Azzurro, anche se la sua bocca non si era mossa. Era una
voce che veniva dal profondo, come se tutti gli alberi intorno, le
pietre, i fiori e i fili d'erba stessero parlando.
“Io sono il Grande Lupo
Azzurro. Sono l'anima di questa foresta e la foresta è il mio corpo.
Io proteggo tra questi alberi la Vita e l'equilibrio che mi sono
sacri attraverso le opere delle persone buone che mi sono fedeli. A
loro vanno la mia forza e la mia protezione incondizionata”.
Cappuccetto Rosso e la
nonna Silvana erano ora proprio accanto al Lupo. Più volte nella
loro vita ne avevano avvertito la presenza tra le energie della
foresta e i sospiri tra gli alberi. L'anziana guaritrice Silvana
credeva anche di averlo visto di sfuggita qualche volta mentre
scompariva dietro un albero o in qualche grotta. Ma ora la giovane
Cappuccetto Rosso e la nonna si trovavano proprio fianco a fianco
alla grande anima che era la vita stessa della foresta alla cui
protezione loro avevano votato la propria vita. Le due, nonna e
nipote, fissavano ora il cacciatore con sguardo fiero e sicuro.
Lentamente, Rudolph,
abbassò il suo arco.
“Chi percorre i miei
sentieri deve farlo per conservare ciò che genera la Vita –
proseguì lo spirito del Lupo – Un albero può essere tagliato
purché un altro sia piantato. Una pianta può essere raccolta nella
misura in cui serve, ma le altre devono poter prosperare. Una pietra
può essere usata il tempo necessario, ma deve infine essere
restituita. Io e la foresta siamo una cosa unica e da millenni in
questo modo aiutiamo chi vive in armonia con noi. Chi non rispetta
questa legge distrugge la foresta e diventa mio nemico”
A quelle parole Rudolph
lasciò cadere a terra il proprio arco con la freccia incoccata. Poi
sfilò dai foderi anche il suo pugnale e l'ascia e gettò a terra
anche quelle. Aveva capito di aver davanti un avversario che non
poteva essere sconfitto. I suoi occhi, sino a poco prima così duri,
diventarono lucidi per la commozione.
Il suo sguardo incontrò
per un attimo quello di Lavinia... Cappuccetto Rosso, quella ragazza
appena più piccola di lui che fino a pochi minuti prima, se
necessario, era disposto a uccidere: “So che non sei cattivo,
cacciatore – disse la ragazza – Stai facendo questo per i Neri
Farmacisti perché il corso della tua vita ti ha portato a farlo. Ma
non sei costretto. Tu oggi hai visto il potere che volevi combattere
e questo è avvenuto per una ragione... forse con la tua abilità, il
tuo coraggio, la tua forza non devi più combattere la foresta: devi
servirla”.
Rudolph cadde a terra in
ginocchio. Quelle parole di Cappuccetto Rosso avevano messo fine a
una fase triste e brutta della sua vita.
Ora ne iniziava un'altra.
Molte cose cambiarono
quel giorno nella casetta della guaritrice Silvana.
Rudolph, il cacciatore, e
Lavinia, Cappuccetto Rosso, divennero amici. Iniziarono a vagare
insieme percorrendo i sentieri dal cuore della foresta verso i
villaggi.
I signori della Nera
Farmacia, dopo aver perso il proprio miglior cacciatore, rinunciarono
a mettere le mani sui segreti di quel luogo... almeno per ora.
Cappuccetto Rosso iniziò
con più tranquillità ad imparare dalla nonna le arti della
guarigione, del controllo delle pietre, del trattamento delle erbe,
delle acque e dei fiori. Non c'era dubbio ormai, Silvana, la sua
anziana nonna, era davvero una strega, di quelle che si vedono solo
nelle fiabe.
Rudolph invece imparò a
mettere le sue arti al servizio della foresta. Era felice e in pace
ora perché aveva portato il suo papà a vivere nel villaggio proprio
vicino alla casa di Cappuccetto Rosso e la guaritrice Silvana lo
aveva curato.
Passarono i mesi e
Rudolph imparò a mettere le sue capacità al servizio della foresta
mentre Cappuccetto Rosso diventava una strega sempre più abile.
Quando la nonna Silvana
alla fine iniziò a sentire il peso degli anni al punto da non
riuscire più a praticare la propria arte, Cappuccetto e Rudolph si
trasferirono nella sua casetta nel cuore della foresta per
prendersene cura... e lì si innamorarono e promisero che insieme
avrebbero difeso quei luoghi e lo spirito del Grande Lupo Azzurro.
Un giorno, infine,
Silvana, la guaritrice, la nonna, la strega della foresta, lasciò
questa vita. Poco prima di spegnersi diede la sua benedizione alla
coppia di giovani ragazzi che aveva davanti perché proteggessero
sempre la foresta e gli abitanti dei villaggi che da essa traevano
forza e salute.
Nel momento in cui il suo
corpo si spense una potente luce azzurra illuminò la radura in cui
sorgeva la casa nell'albero e un ululato annunciò l'arrivo del
Grande Lupo Azzurro, proprio come quel giorno in cui Rudolph aveva
cercato di catturare la nonna.
Quando la luce si attenuò
e il Lupo comparve fuori dalla casa, Rudolph presa tra le braccia il
corpo di Silvana e uscì fuori con Cappuccetto Rosso al suo fianco.
Si inchinò di fronte al Lupo ponendo delicatamente il corpo
dell'anziana strega davanti all'animale ed ecco che una luce dorata
uscì dal corpo della donna e volò a unirsi a luce azzurra che
circondava il Lupo.
Cappuccetto Rosso, che
aveva le lacrime agli occhi per la tristezza, ora sorrise perché
sapeva che l'anima della nonna sarebbe stata per sempre intorno a
lei, tutt'uno col Grande Lupo Azzurro.
Lei e Rudolph
seppellirono il corpo della nonna poco lontano dalla casa e presto
proprio lì sopra iniziò a crescere velocemente una pianta magica
che donava bacche guaritrici molto potenti mentre la rugiada che si
raccoglieva al mattino sulle sue foglie curava ogni ferita e dava
vigore a chi ne sorseggiava anche poche gocce.
Passarono altri mesi. A
Cappuccetto Rosso iniziò a crescere un bellissimo pancione e in
sogno la sua nonna gli rivelò che presto sarebbero nati due gemelli,
un maschietto e una femminuccia.
Lei e Rudolph erano
felicissimi di questa notizia. Instancabili, continuavano a percorre
la foresta per prendersene cura e trovare i rimedi per gli abitanti
dei villaggi.
Ma alla sera, stanchi
eppure contenti ed energici, si sedevano fuori dalla loro casetta
nell'albero e guardavano a lungo la pianta magica che cresceva sopra
il punto in cui era stata seppellita la nonna Silvana.
Rudolph intagliava con
bravura un nuovo arco e modellava un piccolo pugnale e un'ascia col
legno, la pietra e il metallo che la foresta gli donava.
Cappuccetto Rosso invece
tesseva una nuova mantellina come la sua.
Un giorno i loro bimbi
avrebbero percorso instancabilmente quei due tipi di sentieri...
quelli della foresta e quelli del cuore dei loro genitori.
Lui sarebbe stato un
cacciatore buono come il papà e avrebbe protetto la foresta. Lei
l'avrebbe percorsa in lungo e in largo come la mamma alla ricerca di
rimedi e cure con la sua mantellina rosso vivo per farsi riconoscere
la Grande Lupo Azzurro.
FINE
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